Cefalunews, 21 marzo 2018
È stato rinvenuto a
Palermo, nella casa degli eredi del prof. Giuseppe Patiri, il bozzetto del logo
dell’originaria “Società del Carnevale” di Termini Imerese. L’elegante
rappresentazione grafica, fu ideata e realizzata dallo stesso Patiri per
l’antico sodalizio sorto nella cittadina nel lontano 1876, che rappresentò la
primigenia associazione per la promozione e l’organizzazione del Carnevale.
Il Patiri, valente storico
ed etnologo, oltre ad essere stato il referente ufficiale a Termini Imerese
dell’antropologo Giuseppe Pitrè, fu anche il promotore dell’antico Carnevale di
Termini Imerese, che ricordiamo è l’erede diretto dell’originaria
manifestazione di Palermo.
Il disegno preliminare in
questione, eseguito a lapis, raffigura un’ellisse al cui interno, nella parte
centrale, è riprodotta un’elegante maschera carnascialesca posta tra due rami
fogliati e due iscrizioni così disposte: nella parte superiore campeggia la
dicitura SOCIETÀ DEL CARNEVALE, mentre nella parte inferiore, posta tra
accurate decorazioni, risalta la scritta, TERMINI: IMERESE.
Il ritrovamento di questo
importante documento cartaceo smentisce, inoltre, l’arcinota leggenda
metropolitana secondo la quale l’origine della manifestazione si legherebbe a
presunti appartenenti a famiglie immigrate da Napoli. Questi ultimi, sono stati
addirittura tirati in ballo, senza peraltro fornire alcun dato probante, come
presunti ideatori della “raffinata” marcatura che spicca nelle originarie
ricevute di pagamento.
Ricordiamo al lettore che
tali ricevute furono del tutto inaspettatamente rinvenute dallo scrivente tra
le “carte” raccolte dal noto collezionista termitano Francesco La Mantia che,
con grande abnegazione ha voluto salvaguardare una notevole mole di documenti
storici salvandoli dalla distruzione.
In occasione
dell’importante ritrovamento documentario, abbiamo chiesto a Vilma Scaffidi
Patiri, pronipote dell’etnologo Giuseppe Patiri, di parlarci di questa
rilevante scoperta che svela ancora una volta, e senz’ombra di dubbio, la vera
origine storica del carnevale di Termini Imerese, ossia di essere: non il più
antico di Sicilia, ma uno dei più antichi d’Italia.
«Di Giuseppe Patiri, sino al giorno in cui è stato celebrato il
centenario della sua morte, il 2 dicembre 2017, ben poco era noto a molti; si
sapeva che era nato a Termini Imerese, in un’agiata famiglia patrizia cittadina,
figlio di Don Rocco Patiri e di Donna Mattea, dei baroni De Luca, status che
gli consentì di dedicarsi a tempo pieno alle sue passioni, una delle quali era
la paletnologia, scienza umanistica che ha amato e praticato sino alla fine dei
suoi giorni.
Era
noto anche che fosse cultore e studioso di tradizioni popolari, nonché
referente di Giuseppe Pitrè. In verità si sapeva anche che fu promotore del
Carnevale Termitano e che fece parte, assieme al cognato Don Matteo Geraci,
della “Società del Carnevale” del 1876, ciò, grazie al rinvenimento di 4
ricevute di pagamento alla suddetta Società, oramai conosciutissime, scoperte
venti anni or sono dal Giornalista Giuseppe Longo a casa del collezionista
Francesco La Mantia.
Fu
sempre Giuseppe Patiri a realizzare il logo caratteristico della “Società del
Carnevale” del 1876 (il logo che mostra un’ellisse, all’interno della quale, al
centro, è raffigurato il profilo di una maschera carnascialesca, tra due rami
con foglie, con in alto la scritta “Società del Carnevale”, ed in basso, tra
due elementi decorativi raffiguranti dei fiori stilizzati, la scritta
“Termini:Imerese”), di cui noi eredi deteniamo il bozzetto a matita nonché il
timbro originale.
Pertanto,
essendo il logo, un prodotto artistico realizzato da Giuseppe Patiri, abbiamo
provveduto a tutelarne il diritto di integrità dell’opera ed il diritto alla
paternità dell’opera, depositandolo presso la Camera di Commercio di Palermo,
all’Ufficio Marchi e Brevetti. Le suddette informazioni sono venute fuori
attraverso le ricerche di archivio, e tra gli oggetti personali di Giuseppe
Patiri, da noi custoditi, durante la fase propedeutica alla mostra documentale,
allestita al Museo Civico Baldassare Romano di Termini Imerese. Esposizione,
inserita nel contesto della manifestazione commemorativa per il centenario
della morte dell’illustre etnologo, e curata magistralmente dal Giornalista
Giuseppe Longo.
Sì,
perché Giuseppe Patiri, non era solo paletnologo, era anche scrittore, di
romanzi, di sonetti, satire, poesie, opere in atti, ed era abile nelle arti
minori, notevole ritrattista, miniaturista ed intagliatore, creava, infatti,
intagli su carta talmente belli da sembrare quasi dei merletti. Uno, in
particolare, arrivato integro ad oggi, raffigura tra l’altro un importante momento
storico vissuto dalla città di Termini Imerese nel periodo risorgimentale del
1860, nel contesto dello sbarco dei Mille in Sicilia: la bandiera tricolore,
che per mano di un giovane ardimentoso, venne posta in cima alla fontana nella
piazza del Caricatore, alla vista della quale le soldatesche borboniche
indietreggiarono e si ritirarono nuovamente nella loro fortezza.
Patiri
era un uomo che sapeva essere, all’occorrenza, pungente e sarcastico, ma anche
ironico al momento giusto; amava circondarsi di belle ed affascinanti donne,
con cui sapeva essere un perfetto gentleman, ed intrattenne rapporti epistolari
con personaggi di spicco dell’epoca, quali: Alessandro Manzoni, Alexander Dumas
padre, maestro del romanzo storico e del teatro romantico e la duchessa Helena
Koltsova-Massalskaya poetessa e scrittrice esponente del romanticismo ed
antesignana del femminismo (il cui pseudonimo come scrittrice era Dora
D’Istria).
Giuseppe
Patiri si relazionò anche con l’illustre personaggio termitano, Gregorio
Ugdulena (1815 – 1872), sacerdote, patriota, professore di lingua ebraica e
greca, e Ministro dell’Istruzione. Gregorio Ugdulena omaggiò al Patiri una sua
foto, nel cui retro lo stesso Patiri
scrisse: «L’ultima volta che
veniva a Termini, sua patria».
Infatti,
l’insigne Ugdulena si spense a Roma il 7 giugno del 1872. La salma
dell’ecclesiastico venne trasferita nella sua città natale nello stesso anno
per i solenni funerali; tutti aspetti della sua vita personale che sono stati
resi pubblici, proprio grazie alla mostra documentale allestita con perizia
dalla Dott.ssa Manuela Sinatra. Una Mostra che è stata allestita in fretta,
poiché i tempi tecnici sono stati strettissimi, e di conseguenza non è stato
esposto tutto il materiale che lo riguardava e che via via è stato ritrovato e
continuano tutt’oggi a sortire fuori altre documentazioni, sino a sorprenderci!
Tuttavia, non mancherà sicuramente occasione di allestirne altre.
Nella
Mostra dello scorso dicembre si è voluto dare risalto al proclama del carnevale
del 1876, in quanto documento inedito che descrive come si svolgeva nella
cittadina imerese il carnevale del 1876. A tal proposito tengo a sottolineare
che Giuseppe Patiri non disse mai che il carnevale Termitano era il più antico
di Sicilia, e non ne fece menzione neanche in quella che era una sorta di
antesignana della “Guida Michelin”, sulla città di Termini Imerese, ovvero:
“Termini antica e moderna”, e del resto, la giusta logica ci porta direttamente
al Pitrè, di cui Giuseppe Patiri come abbiamo detto prima esserne il referente,
ed al quale non diede mai informazioni in merito; evidentemente a quel tempo
non doveva essere una manifestazione degna di nota, al contrario di oggi».
Bibliografia
e sitografia:
Giuseppe
Longo 2017, “Proclama” del 1876 di Giuseppe Patiri per la
Società del Carnovale, in Termini Imerese, Cefalunews, 7 ottobre.
Foto
di copertina: Bozzetto del logo dell’originaria “Società
del Carnevale” di Termini Imerese.
Giuseppe Longo
Nessun commento:
Posta un commento