Cefalunews, 11
gennaio 2023
Quest’anno il Carnevale di
Termini Imerese spegne 147 candeline e con orgoglio la manifestazione è da
annoverare nell’albo dei carnevali storici, “senza se e senza ma”.
Nel 1876,
Giuseppe Patiri, noto paletnologo e etnologo termitano, scrisse di suo pugno
(la domenica di Carnevale addì 27
febbraio), una minuta, una sorta di proclama. Tale documento ci dà
contezza dell’esistenza in quell’anno di un’associazione per la promozione e
l’organizzazione del Carnevale di Termini Imerese. Fin qui nulla da eccepire
circa la reale vetustà della manifestazione carnascialesca, come nulla da
obiettare circa le eventuali riserve o dubbi di ogni sorta. Tuttavia, da circa
20 anni una serie di curiose iniziative hanno portato alla ribalta dei
riflettori il Carnevale di Termini Imerese con la pretesa di etichettarlo “Il
più antico di Sicilia”, senza peraltro fornire prove documentarie.
L’infondato slogan
carnascialesco “Il più antico di Sicilia”, che ha rintronato le orecchie e i
cervelli, dei termitani e non, per circa un quarantennio, ne ha certamente
sminuito la sua genuinità, il suo tratto essenziale e tradizionale.
Ma quali sono state le
tappe che portarono alla falsa nomea di “Carnevale più antico di Sicilia”? In
realtà, la base di questa distorta “politica del turismo” di bassa lega, fu
intrapresa in sordina, molto timidamente (peraltro, senza che qualcuno ne
contestasse la fondatezza), agli inizi degli anni ottanta, in un crescendo
esponenziale, mediante “speciali comunicati” inviati agli inconsapevoli
conduttori dei vari mass-media ad elevato indice di ascolto e di lettura.
La kermesse fu caldamente sostenuta con il contributo di vari
enti, sia pubblici che privati.
Tuttavia, il vero “salto
di qualità” avvenne nel 1997, in RAI, nel noto talk show “Uno
Mattina Estate”, allorché i vertici della nostra amministrazione comunale, con
seguito di una nutrita rappresentanza cittadina, nel decantare le magnificenze
storico-folcloristiche della nostra splendida città, gettarono l’esca della
solita solfa del “Carnevale più antico di Sicilia”. In quel contesto, il nostro
primo cittadino affermò esplicitamente che l’ultra centenaria manifestazione
imerese fosse da considerare “il Carnevale più antico di Sicilia”, guardandosi
bene di spiegare agli ascoltatori le eventuali prove a sostegno.
Poi, sul finire del 1997,
furono fortunosamente scoperti dallo scrivente in casa del noto collezionista
Francesco La Mantia, quattro ricevute di pagamento datate (1876), rilasciate
dalla originaria “Società del Carnovale” a Giuseppe Patiri (1846-1917). Questo
rinvenimento comprovò con assoluta certezza la più antica documentazione sul
Carnevale termitano risalente alla seconda metà del XIX sec.
L’anno successivo, ovvero
il giorno 11 febbraio 1998, il più antico certificato
(gennaio-febbraio 1876) fu reso noto al grande pubblico, per la prima volta in
assoluto, durante il vernissage di un’esaustiva mostra dal
titolo: “Un Carnevale antico”, curata dallo scrivente, patrocinatore l’allora
presidente della Pro Loco di Termini Imerese, Gaetano Schifano. La rassegna,
riunì un nutrito corpus documentario, costituito da: immagini
fotografiche e filmati che abbracciarono ininterrottamente un lungo arco di
tempo compreso fra il 1950 e
il 1990. L’esposizione fu allestita presso i saloni del Circolo
Margherita a Termini Imerese. Una rassegna delle immagini più
rappresentative, facenti parte di questa mostra fu anche inserita nella
successiva esposizione svoltasi nei locali del Museo Civico “Baldassare Romano”
del 14-24 febbraio. La
mostra, “Maschere e mascheramenti in Sicilia dal ‘600 ad oggi”, fu fortemente
voluta e magistralmente curata dalla professoressa Rosa Maria Dentici
Buccellato, allora Assessore alla Cultura del Comune di Termini Imerese.
Nel 2000, ennesimo collegamento in TV con il canale nazionale di RAI 2, con il rotocalco “La Vita in Diretta”, dove il Carnevale di Termini Imerese venne smerciato ancora una volta per “Il più antico di Sicilia”.
Il 13 aprile del
2007 è la data “storica” per il Carnevale di Termini Imerese:
l’inclusione nell’elenco del “Registro delle Eredità Immateriali”.
In seguito, un’altra
fresca novità. Infatti, per l’edizione 2012, venne presentato ufficialmente l’inno del Carnevale
Termitano a cura di Mario Incudine.
Il 4 febbraio del
2013, le Poste Italiane emettevano sul territorio nazionale il francobollo
ordinario relativo al Carnevale di Termini Imerese. Tuttavia da segnalare una
nota dolente: nel bollettino illustrativo o ministeriale di Poste Italiane,
curato dal primo cittadino, venne omesso ogni riferimento riguardante al ruolo
dello storico Giuseppe Patiri, fatta eccezione la sola nota relativa al
certificato di pagamento datato 1876. Un’occasione mancata per evidenziare ai
collezionisti e non, la figura del paletnologo ed etnologo che fu referente
ufficiale a Termini Imerese di Giuseppe Pitrè, esimio etnologo palermitano.
Poi, nel giugno del 2016 venne
pubblicato da Vincenzo Giompaolo “Carnevale in Sicilia”, e nella sezione
riguardante il carnevale termitano un’apologia della presunta “origine”
napoletana della manifestazione carnascialesca ed altre amenità propinate
all’ignaro studioso che, ingenuamente, le ha prese per oro colato.
Nel 2017, un
altro “passo avanti” nella réclame della manifestazione
carnascialesca: la nascita del sito web a promozione del Carnevale cittadino.
Infine, negli anni successivi si sono aggiunte altre particolarità: il gemellaggio tra gli organizzatori dei Carnevali di Termini Imerese e Trabia (il più giovane carnevale di Sicilia, nato nel 2014); le conferenze, i servizi televisivi (dirette e in differita), atte a promuovere tale manifestazione, e a cui si sono affiancate le elaborazioni di tesi di laurea, di ambito etnoantropologico.
Non aggiungo altro, solamente mi chiedo se non sarebbe il caso, proprio ora, di riappropriarsi del nostro passato, buttando via tutte le stantie fake news, mantenendo e tramandando alle future generazioni il vero, non le adulterazioni, visto che Termini Imerese ha una storia millenaria da potere raccontare e documentare.
Bibliografia
e sitografia:
Giuseppe
Navarra, Termini com’era GASM, 352 pp. 2000.
Giuseppe
Longo 2018, Il binomio Palermo-Termini, tra porte civiche,
manifestazioni carnascialesche e “gustose” leggende metropolitane, Cefalunews,
22 dicembre.
Giuseppe
Longo 2019, La rivincita della “vera” storia del Carnevale
Termitano, Cefalunews, 19 gennaio.
Giuseppe
Longo 2019, Riflessioni sulla festa carnascialesca di
Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo,
Cefalunews, 4 febbraio.
Giuseppe
Longo, Il centesimo anniversario della morte di Giuseppe
Patiri (1917-2017), Sicil-Post Magazine - Rivista della Associazione Nazionale
di Storia Postale Siciliana (A.S.P.S.) Anno XX - n. 40 -Dicembre 2019 p. 9.
Giuseppe
Longo 2020, Il francobollo dedicato al Carnevale di Termini
Imerese e Giuseppe Patiri totalmente dimenticato, Cefalunews, 22 agosto.
Giuseppe
Longo 2022, I quattro giovedì che precedono il Carnevale:
ovvero i quattro “joviri” nel racconto di Giuseppe Pitrè, Cefalunews, 12
gennaio.
Giuseppe
Longo 2022, Il Carnevale di Palermo del 1774 e le
reminiscenze carnascialesche cittadine del 1931, Cefalunews, 12 febbraio.
Giuseppe
Longo 2022, Palermo 1931. I Nanni di Carnevale arrivano ai
Quattro Canti, Cefalùnews, 16 febbraio.
Giuseppe
Longo 2022, La Società del Carnevale di Palermo e il gran
pranzo di beneficenza al Politeama Municipale, Cefalunews, 19 febbraio 2022.
Giuseppe
Longo 2022, Giuseppe Patiri: esempio elevato d’amor patrio e
‘secura’ signorilità di Termini Imerese, Cefalunews, 13 dicembre.
Foto a corredo dell’articolo: Carnevale di Termini Imerese (PA) XX secolo.
Giuseppe Longo
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