Cefalunews, 4 settembre 2020
Il Teatro Comunale di
Termini Imerese (PA), un tempo in seno al Palazzo di Città, esistette sino agli
anni 1910-1912. Dopo questa data, l’opera architettonica, dalla struttura
interamente in legno, e che occupava un’area di circa 160 m2 pose fine di
esistere, poiché essa fu smantellata in occasione dei lavori di rifacimento e
trasformazione dell’edificio municipale.
Il Teatro “Stesicoro”,
poteva contenere 250 spettatori. In realtà, queste notizie la facciamo nostra,
qui per la prima volta, dal momento che la struttura teatrale fu censita e trovasi
nel tomo: “La Legislazione e Giurisprudenza dei Teatri”, vol. II del 1872.
Infatti, nella suddetta opera fu riportata dal Governo, alla voce Elenco dei
Teatri d’Italia, oltre al locale “Stesicoro” anche gli altri 939 teatri
italiani.
Elenco
dei Teatri d’Italia
Numero
progressivo dei Comuni (639)
Numero
progressivo dei Teatri (833)
Comune
(Termini)
Denominazione
del Teatro (Teatro Comunale Stesicoro)
Provincia
(Palermo)
Capacità
– Posti (250)
Ordine
(III)
Il Teatro Comunale di
Termini Imerese, denominato durante il dominio Borbonico, Real Teatro S.
Francesco, a noi piace immaginarlo, con la sua tipica forma architettonica di
Teatro all’Italiana. Difatti, questa configurazione diffusasi nel nostro paese
e nel resto dell’Europa fra il XVIII e XIX secolo, era composta da una sala
chiusa, con palchetti e palcoscenico frontale.
La genesi costruttiva del
Teatro all’Italiana si colloca sul finire del XVI secolo. La sua trasformazione
strutturale proseguì nel corso di tutto il Seicento, e si affermò come impianto
sino a tutto l’Ottocento.
Gli ideatori di questa
trasformazione si ispirarono sul modello dei teatri greci. Infatti, il Teatro
all’Italiana ebbe una peculiare disposizione, ossia un riordino strutturale
interno dell’edificio stesso che si ravvisò mediante alcune caratteristiche:
pianta a ferro di cavallo, l’impiego dei palchi, netta separazione tra
palcoscenico e sala.
Pertanto, in merito alle
modifiche apportate, si distinsero i seguenti elementi:
La sala dalla forma
rettangolare assunse in seguito una conformazione a ferro di cavallo, con la
conseguente nascita della platea.
Furono soppresse le
gradinate e sostituite con i palchi; questi ultimi, separati tra loro, vennero
divisi sia in altezza che per ordini.
Si creò una maggiore
profondità dello spazio scenico, il che permise all’attore di recitare più in
profondità (e non davanti alla scena, come nel Teatro Rinascimentale),
sfruttando gli spazi prospettici, e le innovative quinte.
Il Teatro comunale
termitano come per le altre strutture più o meno grandi sparse nella penisola,
era munito degli elementi tipici per una rappresentazione, ovverosia: platea,
palchi tutt’intorno, loggione, spazio per l’orchestra, proscenio, sipario e
camerini, il tutto in un limitato spazio di circa 9 x 17 m.
Una evidente testimonianza
del suo interno ci viene tratteggiata nell’opera L’esercito in Africa, di
Francesco Dominici Longo (1). Una Commemorazione tenutasi nel Teatro Comunale
di Termini Imerese il 13 marzo 1887, in occasione di una festa di beneficenza
per le famiglie dei caduti a Saati e Dogali, promossa dalla Società dei reduci:
Italia e Casa Savoia”.
Eccone il testo:
SERATA
DI BENEFICENZA
NEL
TEATRO
COMUNALE
(13
marzo 1887)
«Il Teatro è illuminato a cera, ricco di festoni, di ghirlande e di
leggende, che ricordano le più celebri battaglie d’Italia dell’epoca moderna.
Nel
palco scenico sorge un bel trofeo di armi e bandiere con brevissima epigrafe su
gli eroi di Saati e Dogali.
Tanto
la platea, che i palchi contengono molte persone. La rappresentanza Municipale
e tutte le autorità politiche e militari sono presenti. Rendono più gaia la
serata non poche distinte e gentili Signore e Signorine.
L’orchestra,
diretta dal Prof. Giuseppe Geraci, è al posto, la compongono parecchi membri
della Filarmonica PETRELLA e i musicanti della Banda Municipale.
Appena
si alza il sipario 40 ragazzi cantano un inno pei caduti di Dogali, composto
dal prof. Giuseppe Arrigo, musicato egregiamente dal Prof. Giuseppe Geraci.
L’inno
desta vivissima commozione; il pubblico applaude fragorosamente.
Indi
l’Avv. F. Dominici-Longo, circondato da parecchi membri della Società dei
Reduci Italia e Casa Savoia pronunzia una sentita commemorazione: l’Esercito
Italiano in Africa.
Poscia
canta mirabilmente il sig. Marco D’Alia una romanza del Ballo in Maschera.Infine
si chiude la serata con una brillante commedia recitata dall’esimia compagnia
Vasco, che gentilmente si prestò».
Il Teatro “Stesicoro” al
di là della sua naturale vocazione, ospitò anche rappresentazioni,
manifestazioni, e veglioni. In quest’ultima circostanza è degno di nota
segnalare il veglione inserito per festa carnascialesca del 1876, organizzato
dall’originaria Società del Carnevale.
La benemerita Società
termitana di cui Giuseppe Patiri 1846 - 1917 (noto paletnologo, etnologo e
storico termitano), ne fu socio e promotore, rappresentò la prima forma
organizzata di manifestazione carnevalesca documentata. Inoltre, secondo gli
ultimi rinvenimenti documentari acquisiti, il Carnevale di Termini Imerese è
considerato a gran voce uno dei carnevali più antichi d’Italia ed erede diretto
dell’antico carnevale di Palermo.
Una curiosità storica in
merito a quello che fu il Teatro “Stesicoro” ce la riporta Giuseppe Navarra
(1893-1991), noto giornalista e storico, terminese. In realtà nel suo “Termini
com’era”, ci riferisce che il piccolo teatro termitano, ricavato nell’ala
occidentale del Palazzo di città, proprio in autunno, si poteva scorgere “…rizzata all’esterno una comoda ed ampia
scala esterna di sicurezza, in legno che adduceva al balconcino a petto adiacente
al portone del municipio, e che segnalava ai cittadini che la stagione teatrale
era incominciata…”.
Oggi, il Teatro
“Stesicoro” di Termini Imerese oramai non più esistente, a mio avviso, possiamo
idealmente immaginarlo, rapportandolo nell’aspetto volumetrico, con due Teatri
italiani fortunatamente attivi e operanti: quello di Cefalù in provincia di
Palermo e di Monte Castello di Vibio in provincia di Perugia. I quali furono
riportati anch’essi nel suddetto “Elenco dei Teatri d’Italia”. Essi, contenevano
rispettivamente 100 e 300 posti, e ambedue classificati di III classe.
Il Teatro Comunale di
Cefalù che nel 1982 fu intitolato al Maestro violinista cefaludese Salvatore
Cicero, ha la caratteristica forma a Ferro di Cavallo.
Mentre il Teatro della Concordia
di Monte Castello di Vibio, realizzato interamente in legno, ha la sala con
pianta a campana, ed è una fedele riproduzione in miniatura dei grandi teatri
all’italiana. Pertanto, oltre ad essere considerato architettonicamente il più
piccolo teatro storico del mondo, rappresenta un unicum di teatro settecentesco
di stile goldoniano.
Nota:
(1)
Francesco Dominici Longo (1844-1931) Avvocato, fu socio della Società Siciliana
per la Storia Patria. Compilò lo Statuto e il Regolamento della Società per la lettura
popolare. Fu autore: Cenno biografico di Paolo Balsamo, Palermo, presso Mirto,
1867; Resoconto per l’anno 1872-73 della Biblioteca circolante di Termini
Imerese (Termini Amore e Giuffrè); Le biblioteche circolanti e le classi
operarie, Verona, presso G. Drezza 1874. Fu uno dei più valenti giuristi
siciliani, Tesoriere (1899) e successivamente Presidente del consiglio
dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese. E inoltre Sindaco di Termini
Imerese dal 1902 al 1904.
Bibliografia
e Sitografia:
Fabrizio
Carini Motta, Trattato sopra la struttura de Teatri, e
Scene, che à nostri giorni si costumano, e delle Regole per far quelli con
proportione secondo l’Insegnamento della pratica Maestra Commune, Guastalla,
1676.
Enrico
Rosmini, La Legislazione e la Giurisprudenza dei Teatri, Vol.
2: Trattato dei Diritti e Delle Obbligazioni Degli Impresari, Artisti, Autori,
Delle Direzioni, … Agenti Teatrali, Ecc. Ecc, Milano, 1872.
Francesco
Dominici Longo, L’esercito in Africa, Tipografia Fratelli
Amore, Termini Imerese 1887 (Commemorazione tenutasi nel Teatro Comunale di
Termini Imerese il 13 marzo 1887 “in occasione di una festa di beneficenza per
le famiglie dei caduti a Saati e Dogali, promossa dalla Società dei reduci:
Italia e Casa Savoia”).
Giuseppe
Navarra, “Termini com’era” GASM, 352 pp. 2000.
Patrizia
Bova,
Antonio Contino, Giuseppe Esposito, L’estrazione e l’uso
delle “brecce a rudiste” (Cretaceo sommitale) in Termini Imerese (PA) nei
secoli XVII-XX, in: Gabriele Marino e Rosario Termotto (a cura di), Arte e
Storia delle Madonie – Studi per Nico Marino, voll. VII-VIII, Atti della VII e
VIII edizione, Cefalù - Sala delle Capriate, Palazzo del Comune, Piazza Duomo,
4 novembre 2017 e 3 dicembre 2018, pp. 119-141.
Giuseppe
Longo 2017, Proclama” del 1876 di Giuseppe Patiri per la
Società del Carnovale, in Termini Imerese, Cefalunews, 7 ottobre.
Giuseppe
Longo 2018, Il binomio Palermo-Termini, tra porte civiche,
manifestazioni carnascialesche e “gustose” leggende metropolitane, Cefalunews,
22 dicembre.
Giuseppe
Longo 2019, Riflessioni sulla festa carnascialesca di
Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo, Cefalunews
4 febbraio.
Giuseppe
Longo, Il centesimo anniversario della morte di Giuseppe
Patiri (1917-2017)”, Sicil-Post Magazine – Rivista della Associazione Nazionale
di Storia Postale Siciliana (A.S.P.S.) Anno XX – n. 40 -Dicembre 2019, p. 9.
Giuseppe
Longo 2020, Quando al Teatro Comunale “Stesicoro” si
festeggiava il Carnevale di Termini Imerese, Cefalunews 8 maggio.
Giuseppe
Longo 2020, Il Teatro comunale di Termini Imerese e la
storia del Palazzo civico: nuovi studi e scoperte, Cefalunews, 28 giugno.
Giuseppe
Longo 2020, Il francobollo dedicato al Carnevale di Termini
Imerese e Giuseppe Patiri totalmente dimenticato, Cefalunews.org, 22 agosto.
Teatro
Comunale S. Cicero, www.comune.cefalu.pa.it
Il
teatro all’italiana più piccolo del mondo, www.storiadelladanza.it
Il
Teatro della Concordia, www.teatropiccolo.it
Teatro
della Concordia (Monte Castello di Vibio), Wikipedia.
Foto
di copertina: Balcone a petto nell’ala occidentale del
Palazzo Civico di Termini Imerese, attuale Ufficio del Sindaco. Sino agli anni
1910-1912, luogo del Teatro Comunale “Stesicoro”.
Foto
a corredo dell’articolo:
Cartolina Palazzo Comunale
di Termini Imerese (PA), fine ‘800 inizi ‘900, per gentile concessione di
Francesco La Mantia.
Una delle tre ricevute
della Società del Carnovale, datate 1876., rilasciate a Giuseppe Patiri.
Balcone a petto nell’ala
occidentale del Palazzo Civico di Termini Imerese, attuale Ufficio del Sindaco.
Sino agli anni 1910-1912, luogo del Teatro Comunale “Stesicoro”.
Teatro Comunale S. Cicero,
Cefalù (PA) Ph. Giacomo Sapienza. Teatro della Concordia, Monte Castello di
Vibio (PG) Ph. Wikipedia.
Giuseppe Longo
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