sabato 6 luglio 2024

Palermo 1931: Vincenzo Florio Jr. rilancia l’antico Carnevale già attivo nell’Ottocento

Cefalunews, 5 febbraio 2023

Proponiamo ai tanti estimatori di etnoantropologia, nello specifico del Carnevale, un’altra interessante notizia riguardo l’antica kermesse che si svolgeva a Palermo. Infatti, presentiamo ai lettori di questa testata, l’articolo apparso sul giornale palermitano “L’Ora” del 2-3 febbraio 1931, che riportava la cronaca della manifestazione del primo giorno di Carnevale.

Il titolo del pezzo, inserito nella sezione “Cronaca di Palermo”, recitava: - “Palermo ha salutato ieri il ritorno del vecchio Carnevale. L’esultanza popolare per l’ingresso trionfale del “Nannu” e della Nanna”. 

Il predetto noto organo di informazione fu fondato e finanziato dai Florio, che tra l’Ottocento e il Novecento era una delle famiglie della borghesia industriale più ricche d’Italia.

Come è noto, in Sicilia, i Florio furono i protagonisti in quel particolare periodo storico, culturale e artistico che venne denominato la “Belle Époque”.

Il mecenate Vincenzo Florio Jr. (per intenderci, l’ideatore della Targa Florio, la corsa più antica del mondo) volle fortemente che il vecchio carnevale di Palermo riprendesse auge e vigore, come lo era stato circa cinquanta anni prima (1). E per questo “straordinario rilancio”, il giovane rampollo palermitano fu a capo del Comitato organizzatore. Quindi, per questo ambizioso progetto, il presidente del “Comitato per la rinascita del Carnevale” fu coadiuvato e assecondato da Oreste Lo Valvo (1868 - 1947) avvocato, giornalista e saggista, tra l’altro, autore anche de “L'ultimo ottocento palermitano: storia e ricordi di vita vissuta”, e il comm. Spataro.

Circa l’antichità del Carnevale di Palermo ne avevo già scritto in modo esauriente nel 2016 (2), mettendo in rilievo un fatto curioso: che sin dal 1852, fu presente nella città Palermo, la sola maschera del “Nannu”. Evidenziando altresì che sino al 1882 la maschera del vegliardo veniva totalmente distrutta mediante un complesso cerimoniale, che culminava, nel rogo e rinnovata ogni anno.

Personalmente, e non sono il solo a condividerlo, questa tradizionale manifestazione (oramai non più esistente) che, sin dall’Ottocento si svolgeva nella capitale siciliana, ci appassiona ancora di più e ci fa scoprire tante e tant'altre particolarità (come ad es. la “Nanna” con tanto di occhiali!), nuove e curiose. In realtà, la cronaca di quel lontano carnevale degli anni 30’ del XX sec. getta nuova luce su questo antico folclore cittadino. Infatti, oltre ai “Nanni palermitani”, parteciparono alla sfilata altri personaggi e persino un particolare carro allegorico… I luoghi urbani che furono coinvolti dall’antica manifestazione furono: il Politeama Garibaldi, via Ruggero Settimo, Via Maqueda, Corso Vittorio Emanuele, Porta Felice, ed il Giardino Inglese, quest’ultimo, sede della “Casa del Carnevale”.

Sull’antico Carnevale palermitano e il rilancio dello stesso, nel 1931 scrisse sempre il Lo Valvo: «Ferveva il carnevale e ferverà sempre, brillando come una favilla riaccesa, a distanza di qualunque tempo, giacché l’anima umana come sente il dolore, ha bisogno per la sua vita stessa di sorridere e gioire!».

Il carnevale palermitano diede origine ad alcune “filiazioni” ancora vive e vegete. Nello specifico, rammentiamo il Carnevale di Termini Imerese (sviluppatosi attraverso l’originaria “Società del Carnevale”) che quest’anno compie 147 anni ed ha una fortissima analogia con quello che si svolse sin dall’800 a Palermo. Pertanto, dopo peculiari riscontri storici, la manifestazione termitana è da considerare l’erede di quella palermitana. Come peraltro la festa del “Mastro di Campo”, una pantomima che si svolge annualmente a Mezzojuso (PA), nell’ultima domenica di Carnevale, deriva dal suo “ceppo”, ossia sempre il Carnevale di Palermo.

Non è un caso, quindi, che ripetiamo da tanto tempo lo slogan: “Il Carnevale di Termini Imerese è uno dei carnevali più antichi d’Italia, ed erede diretto dell’antico Carnevale di Palermo”, sfatando la presunta “origine napoletana”, sinora mai attestata da un documento probante, della manifestazione ed altre amenità.

Detto ciò diamo ai lettori la notizia della cronaca, quella vera e documentata: l'ouverture dell’antico Carnevale svoltosi nella capitale siciliana la domenica del 1° febbraio di 92 anni fa.

«Più che il tempo, spesso è generoso nel largirci anche in inverno belle giornate e che invece ieri – non sappiamo poi perché - si mostrò molto corrucciato all’inizio delle feste carnevalesche, la nostra cittadinanza mostrò ieri davvero, nella forma più clamorosa ed entusiastica, la sua ottima, simpatica e ammirevole disposizione a divertirsi, fin dal primo giorno di apertura delle feste. Il concorso del pubblico, affluito da tutti i rioni della città è stato semplicemente fantastico ed aggiungiamo noi soprattutto eroico, poiché ci voleva dell’autentico eroismo a lasciare le case con quel tempaccio ostinato di ieri e ad esporsi sulla pubblica via e sotto la pioggia incalzante, con donne e bambini.

Sfida aperta quindi anche contro l’influenza e la polmonite, purché al “Nannu” e alla “Nanna” che dopo tanti anni rientravano in città coi dovuti solennissimi onori, fosse reso il più grande ed entusiastico omaggio, l’accoglienza fu calorosa e festosa.

Bene quindi ha fatto il pubblico ad infischiarsi del tempo imbronciato e collerico; siamo sicuri che tutti gli accorsi di ieri, stamane si sono svegliati nella più perfetta salute, con questo di più: di aver passata una giornata di gioia genuina, quella che esalta l’anima collettiva e di aver fatto quindi buon sangue ad uno spettacolo che rimarrà indimenticabile nella storia del nostro Carnevale che giustamente un comitato di eletti e volenterosi gentiluomini, vuole riportare agli antichi splendori.

Con ciò resta pure provato esaurientemente alla luce del sole, no, anzi sotto la pioggia, che non è affatto vero che il carnevale ha fatto il suo tempo e che la gente non è in vena di sentirne più. Gli scettici e i pessimisti ringoino dunque il loro umor nero che vanno sputando a destra e a sinistra e se lo caccino bene in mente: il Carnevale esiste ancora ed esisterà sempre perché nel pubblico è inesauribile ed inesaurito sempre il desiderio di volersi divertire, di gioire a tutte quelle sane e belle manifestazioni di vita, che hanno il merito di far sinceramente gioire l’anima popolare.

Ed ora che abbiamo servito i pessimisti, brontoloni e jettatori, dai quali sarà sempre bene guardarsi, ora che abbiamo rilevato come tutta Palermo, non curandosi di nulla e nemmeno del cattivo tempo, ha partecipato con la più grande gioia alla inaugurazione del carnevale passiamo alla cronaca della giornata. 

L’uscita della “Nanna”

La “Nanna”, secondo il programma stabilito, è uscita ieri alle 14 dal Politeama Garibaldi per recarsi a rilevare il “Nannu”, a Porta Felice.

Le accoglienze del pubblico che furono fatte al suo uscire in piazza Politeama furono indescrivibili, come quelle che si rinnovarono al suo passaggio lungo la via Ruggero Settimo, Via Maqueda, e corso Vittorio Emanuele fino a Porta Felice.

La “Nanna” prendeva posto in un grande carro a 4 cavalli a postiglione, in autentico stile settecentesco, curato fin nei suoi piccoli particolari. Sorrideva la buona vecchietta al suo passaggio lungo le due fitte ali di pubblico e quell’aria insolita… di una certa intraprendenza non cessava di divertire il pubblico, che dai balconi e dai marciapiedi la faceva segno ad un fitto getto di chilometriche stelle filanti e di coriandoli. 

L’ingresso trionfale de. “Nannu e della “Nanna”

Ma quello che veramente che fece andare in visibilio il pubblico fu l’incontro del «Nannu» e della «Nanna» a Porta Felice, dove la ressa del pubblico accorso per assistere alla scena, era straordinaria.

In un lungo amplesso i due vecchietti in amore si strinsero fra le più grosse e sane risate della folla, che in quel momento sembrava di andare addirittura in visibilio, in una incontenibile esplosione di gioia.

Finalmente “u Nannu” e a “Nanna” sempre applauditi, prendono posto sulla loro berlina settecentesca, per l’ingresso trionfale in città che si svolge in un’atmosfera d’incalzante entusiasmo e d’ineffabile gioia dei presenti.

Con la grande berlina si muove tutto un mastodontico corteo, che però s’incolonna magicamente nell’ordine più perfetto, quasi con precisione militare. Il corteo è aperto dalla banda musicale in caratteristico costume al quale segue l’Araldo con un grande gonfalone. Dietro di questo sono venti “Baroni” del “Regno”, cioè della provincia, che precedono «u Nannu» e a «Nanna» cavalcando degli asini.

La cavalcata supremamente umoristica riscuote i più calorosi generali applausi che si ripetono interminabilmente lungo tutto il percorso.

Dopo la cavalcata, procedeva in un ampio carro, il carico dei bagagli portati dal «Nannu» al suo arrivo, e tra essi la gabbia degli uccelli, una mastodontica siringa e altre strane suppellettili, che muovevano il pubblico alla più schietta ilarità.

Segue poi la berlina col «Nannu» e con la «Nanna» in un intimo idillio che poteva essere veramente invidiato da una coppia di giovanissimi sposi e che nemmeno la pioggia e la temperatura gelida valsero a… raffreddare per tutto il percorso.

«U Nannu» e a «Nanna» al loro passaggio lungo il Corso Vittorio Emanuele e la via Maqueda furono accolti dalla folla con una indescrivibile festosità e una irrefrenabile gioia.

La berlina era seguita da numerose grandi carrozze in cui prendevano posto quaranta caratteristiche mascherate, rappresentanti il parentado del «Nannu» e della «Nanna», cui faceva seguito ancora una imponente «tubiana» formata da circa ottanta persone in maschera, che suonavano i più strani e indiavolati strumenti.

Chiudevano il corteo quattro «campieri» con trombe.

Descrivere lo spettacolo umoristico che allietava la folla della più sana gioia, lungo tutto il percorso da Porta Felice al Giardino Inglese, è impossibile.

Diremo per la cronaca che, giunto il corteo carnevalesco in piazza Verdi, la pioggia incalzante obbligò le maschere a chiudere le carrozze, sicchè lo spettacolo non poté essere interamente goduto lungo il resto del percorso. 

Alla “Casa del Carnevale”

Il «Nannu» e la «Nanna» fra un trionfo di popolo poterono finalmente giungere al Giardino Inglese, ove il Comitato aveva allestito la cosiddetta «Casa del carnevale».

Nonostante il tempo piovoso, anche dentro il Giardino Inglese un pubblico imponente assisteva all’allegro spettacolo.

Ivi nel grande padiglione, caratteristicamente trasformato e illuminato, il «Nannu» e la «Nanna», non però quelli di carne, staranno esposti per tutto il Carnevale e assisteranno a tutti i festeggiamenti organizzati… in loro onore.

Il pubblico, dopo l’arrivo del «Nannu» e della «Nanna» si riversò poi nel chiosco in muratura per partecipare alla grande e bella lotteria con numerosi e ricchi premi, impiantata dal Comitato, e agli altri trattenimenti carnevaleschi, ivi soffermandosi fino a sera.

In conclusione la giornata di ieri, che segnò l’apertura del nostro Carnevale, si può definire un grande ed autentico successo per il Comitato organizzatore, che ha potuto registrare il merito altissimo di aver convocato tutta la cittadinanza ad un trattenimento del quale resterà vivo il ricordo in tutti quelli che vi parteciparono.

Il merito di questo successo oltre che al Comitato organizzatore di cui è geniale presidente il gr. uff. Vincenzo Florio, efficacemente coadiuvato dal comm. avv. Oreste Lo Valvo e dal comm. Spataro, va a tutti coloro che in vario modo si prestarono alla riuscita della manifestazione e tra essi vanno specialmente segnalati il cav. uff. Emanuele Finocchiaro che mise a disposizione del Comitato centoventi operai del suo cantiere lavori in cemento, il figlio sig. Silvio Finocchiaro e il prof. Salvatore Li Greci che con grande amore e spirito di sacrificio si sono cooperati nel difficile, paziente e lungo lavoro di organizzazione.

Degna pure di lode la prontezza, la disciplina e la volenterosa cooperazione di questi operai, al cui concorso è dovuta gran parte di questo successo.

Nel chiudere la cronaca di questa prima giornata di carnevale, alla quale molte ne seguiranno di non minore interesse, ci facciamo eco presso il Comitato organizzatore del desiderio vivissimo di una grande parte della cittadinanza che a causa del maltempo, non poté assistere all’inaugurazione del Carnevale, che cioè lo spettacolo di ieri dell’ingresso del «Nannu» e della «Nanna» fosse ripetuto in uno dei prossimi giorni.

E trattandosi che migliaia e migliaia di persone ieri furono bloccate in casa dalla pioggia, siamo sicuri che il Comitato non rimarrà sordo a questa richiesta generale di un bis».

Note:

(1) cfr. Giuseppe Longo 2022, La Società del Carnevale di Palermo e il gran pranzo di beneficenza al Politeama Municipale, Cefalunews, 19 febbraio.

(2) cfr. Giuseppe Longo 2016, “Enrico Onufrio ed il Carnevale palermitano tra primo e secondo Ottocento”, Cefalunews, 18 agosto. 

Bibliografia e sitografia:

Giuseppe Longo 2016, Le Società carnascialesche di Palermo e di Termini Imerese, Cefalunews, 2 febbraio.

Giuseppe Longo, 2016, Il Carnevale di Termini Imerese un’antica eredità venuta da Palermo? Cefalunews, 6 novembre.

Giuseppe Longo 2016, La “Nanna” partoriente del Carnevale di Palermo… ed altre cose, Cefalunews, 17 novembre.

Giuseppe Longo 2023, Il nuovo imperativo del 2023: buttiamo un quarantennio di fake news sul Carnevale di Termini Imerese!  Cefalunews 11 gennaio.

Giuseppe Longo 2023, Carnevale di Termini Imerese: la fiaba obsoleta dei Napoliti, con una nostra retrodatazione all’Epigravettiano superiore, Cefalunews, 25 gennaio. 

Foto di copertina: Carnevale di Palermo 1931, i Nanni in cocchio arrivano ai Quattro Canti.

Foto a corredo dell’articolo: 

“Nannu” e “Nanna palermitani, e cocchio dei Nanni ai Quattro Canti.

Il logo realizzato da Giuseppe Patiri.

Giuseppe Longo

https://cefalunews.org/

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