Cefalunews, 10 aprile 2017
Il Palazzo Oneto di
Sperlinga edificato a Palermo nella prima metà del XVIII sec. ospitò nelle sue
sale, durante le festività carnascialesche, sontuosi ricevimenti e accolse nei
suoi eleganti ambienti, anche un circolo di nobili molto esclusivo, denominato
“Conversazione del Fiore”.
Tale benemerito sodalizio,
ebbe il compito di organizzare spettacoli e balli in costume, in particolar
modo di evocare durante le allegre cerimonie, le antiche maschere napoletane.
Il magnifico palazzo
settecentesco è ubicato nella città vecchia, il rione dell’Olivella,
nell’attuale quartiere Castellammare o Loggia, a pochi passi dal Teatro
Massimo.
La signorile dimora,
dall’estroso ed elegante prospetto, custodisce al suo interno pregevoli
affreschi in cui fa bella mostra di sé, nella volta del salone principale,
l’opera di Gaspare Serenario dal titolo: “L’apoteosi del principe Oneto”
(1746). Per un maggiore approfondimento sull’argomento, abbiamo attinto da un
lavoro di ricerca effettuato da Eleonora Continella.
Palazzo
Oneto di Sperlinga. Via Bandiera, Palermo.
«Lo splendido palazzo settecentesco nasce dalla riconfigurazione delle
case appartenute nel XVI sec ai Siracusa (o de Siracusis) Valdaura e poi ai
Corbera, operata dopo il terremoto del 1726 dal nuovo proprietario Antonio
Oneto e Valguarnera duca di Sperlinga, che modificò l’edificio conferendogli
l’aspetto attuale.
La
facciata principale su Via Bandiera presenta un portale affiancato da colonne
doriche di marmo grigio di Billiemi che sorreggono il balcone d’onore, e
aperture nei cui timpani mistilinei sono inseriti medaglioni in stucco con
figure a mezzo busto. Anche i prospetti su Via Bari mantengono le decorazioni
settecentesche.
Nell’atrio
interno si apre una piccola corte con loggia a serliana affiancata da una
coppia di fontane, da cui si diparte lo scalone coperto da una volta
ottagonale, con rampe sorrette da colonne in marmo. I soffitti dei saloni del
piano nobile e del primo piano furono affrescati nel 1746 da Gaspare Serenario
con la “Gloria del Principe e tre Allegorie di Virtù”, mentre alla fine dello
stesso secolo Gaspare ed Eugenio Fumagalli completarono le decorazioni con
quadrature prospettiche a trompe l’oeil.
Nei
primi dell’800 il palazzo pervenne ai Burgio duchi di Villafiorita e ospitò il
circolo nobiliare della “Conversazione del Fiore”, che durante il Carnevale
organizzava spettacoli di maschere napoletane e feste da ballo, ad alcuni dei
quali partecipò anche il Re Ferdinando III con la famiglia reale. Ma già poco
tempo dopo, nel 1817, il salone fu adattato a sala spettacoli per pubblico
borghese.
Nel
1852 divenne sede del Convitto Lancasteriano “il Vittorino”, diretto dal dott.
Vincenzo Trapani, e poi, passato di proprietà ai Cacopardo, sede dell’Istituto
letterario “Epicarmo”, diretto dal sig. Francesco Lo Bianco. A fine dell’800 divenne
sede della ditta di Tessuti “Gaetano Zingone e Bonomolo”, che lo utilizzò come
magazzino fino alla fine degli anni ‘50, quando perdette il Palazzo a seguito
dei forti debiti contratti.
Da
quel momento l’edificio é rimasto in abbandono, mentre i locali a pianterreno
sono stati trasformati in negozi. Di recente, acquistato dal magnate romano
Roberto Bilotti d’Aragona, é stato oggetto di un lungo e controverso restauro,
più volte interrotto e ancora non ultimato».
Si ringrazia per le
indicazioni documentarie Eleonora Continella.
Testi consultati da
Eleonora Continella: Fonti: G. Sommariva “Palazzi nobiliari di Palermo”
Flaccovio, 2004. Opere storiche inedite sulla citta di Palermo […] per cura di
Gioacchino Di Marzo, Volume 4, L. Pedone Lauriel, 1873.
Foto
di copertina: Palazzo Oneto di Sperlinga, tratta dal
sito: mapio.net
Giuseppe Longo
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