Cefalunews, 23 aprile 2017
Anche nel libro di Cocchiara-Di Mino
pubblicato nel 1925 si parla del “Nannu” che fa testamento e muore bruciato,
antico retaggio del carnevale palermitano.
Le maschere carnascialesche di Termini
Imerese, antico retaggio del Carnevale di Palermo. Non è inusuale creare
personaggi carnascialeschi ispirandosi a maschere o costumi tradizionali propri
di una cittadina.
Infatti, le due maschere simbolo del
carnevale di Termini Imerese “U Nannu ca Nanna” (il nonno e la nonna di
carnevale) realizzate da un ignoto artigiano nella seconda metà dell’Ottocento,
sono il tipico esempio di importazione “tout court” del modello palermitano.
In realtà, per Carnevale, sin
dall’Ottocento, nei quartieri storici di Palermo, insieme alle diversificate
maschere popolari, fu presente anche il celeberrimo fantoccio del “Nannu”. In
seguito, il vegliardo, durante la consueta sfilata nel centro storico
cittadino, fu accompagnato da un’altra maschera, la “Nanna”, ossia la parodia
della moglie.
Entrambi percorrevano in gran pompa magna,
la strada più antica di Palermo, il Corso Vittorio Emanuele, l’antico Càssaro,
che si estende nella sua lunghezza da “Porta Nuova” a “Porta Felice”.
È obbligo rilevare che nella tradizione
popolare, il “Nannu” fu assurto a simbolo del medesimo Carnevale, e secondo un
antico rituale di purificazione, veniva bruciato o mandato alla forca l’ultimo
giorno della festa, nell’Ottagono di Piazza Vigliena, comunemente conosciuta
come i “Quattro canti di città”.
Il rito della morte di “Carnevale”,
rappresentava l’eliminazione del vecchio e del male accumulato nel ciclo
dell’anno precedente, e la propiziazione del bene, nel nuovo anno che si
apprestava a cominciare.
Nel
corso delle mie ricerche inerenti alla storia dell’antico Carnevale di Palermo,
grazie ad un mirato suggerimento bibliografico (1) mi
sono imbattuto in un interessante quanto raro documento storico.
In verità, si tratta di un brano che ho
estrapolato dal libro intitolato: “Ove il cedro fiorisce” (2), Edizioni
Sandron 1925, a cura degli eruditi Calogero Di Mino e Giuseppe Cocchiara (3).
Nel sopraccitato libro, alla voce -
Carnevale - gli autori spiegano, in modo semplice e breve, circa l’uso comune
di far nascere sul momento, personaggi carnascialeschi che si “…imperniano su
vecchie maschere tradizionali…”.
Esattamente, come nel caso di Termini
Imerese, dove l’ignoto artigiano, nella seconda metà del XIX secolo, per
realizzare le sue maschere di carnevale, si ispirò a quelle dei “Nanni” di
Palermo.
Il Carnevale (tratto da“Ove il
cedro fiorisce”)
«Carnevale
è sinonimo di baldoria. In tutte le case, dove non ci sia un lutto recente, si
suona, si balla e si beve. Fuori le maschere girano per le vie, picchiano alle
case di amici, offrono confetti, lanciano qualche lazzo, si fermano su le
piazze, portando dovunque il buon umore.
Sulle
piazze si rappresentano delle vere e proprie farse, alcune delle quali si
imperniano su vecchie maschere tradizionali, comuni a tutta l’isola
(Pulcinella, Pasquino, Nofriu, Peppi-Nappa): altre nascono, si può dire, sul
momento, si ispirano all’oggi, mettendo in caricatura tipi locali, e gli
avvenimenti nazionali che più si prestino alla parodia.
Il popolo personifica il
Carnevale in un pupazzo (lu nannu) che viene bruciato a mezzanotte dell’ultimo
giorno, dopo avergli fatto fare testamento».
Note:
(1) Si ringrazia
per l’utile suggerimento bibliografico, il Ricercatore Storico Militare Michele
Nigro, Sottotenente (r.cpl.) della G.d.F.
(2) “Ove il cedro
fiorisce”. Libro Sussidiario per la cultura regionale. Almanacco illustrato,
per la 3ª, 4ª e 5ª classe elementare della Sicilia, in conformità dei Programmi
Ufficiali del 1° ottobre 1923 e approvato definitivamente dal Ministero della
P.I. Remo Sandron Editore - Libraio della Real Casa - 1925.
(3) Giuseppe
Cocchiara, personaggio di spicco nello studio delle tradizioni popolari, fu
considerato uno dei maggiori studiosi del folklore in Europa.
Bibliografia e sitografia
Giuseppe Cocchiara, 1938, “La vita e
l’arte del popolo siciliano nel Museo Pitrè”
Giuseppe Cocchiara, 1941, “Giuseppe
Pitrè e le tradizioni popolari”
Giuseppe Cocchiara, 1947, “Storia
degli studi delle tradizioni popolari in Italia”
Giuseppe Cocchiara, 1951, “Pitrè, la
Sicilia e il folklore”
Giuseppe Cocchiara, 1952, “Storia del
folklore in Europa”
Giuseppe Longo, 2012 “Giuseppe
Cocchiara un poliedrico etnologo siciliano”, Cefalunews, 5 ottobre.
Giuseppe
Longo,
2017, “Il Carnevale di Termini Imerese non è il più antico di Sicilia”,
Cefalunews, 6 marzo.
Giuseppe
Longo,
2017 “Il Carnevale di Palermo del 1799 nel racconto di Giuseppe Pitrè”,
Cefalunews, 10 aprile.
Foto di copertina: Da sinistra, Carnevale di Palermo, carro dei Nanni (anni 30’ del XX secolo). Ph. Rosario La Duca e Carnevale di Termini Imerese, le due maschere del Nannu e della Nanna anni ’30 del XX secolo. Collezione privata.
Giuseppe Longo
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