Giornale
del Mediterraneo, 27 agosto 2024
Nel 2017 fu rinvenuta a
casa degli eredi di Giuseppe Patiri la minuta del proclama datata 1876 nella
quale venivano programmati a Termini Imerese i festeggiamenti carnascialeschi
per quell’anno. L’annuncio stabiliva l’ordinato programma, in cui vi erano
menzionati anche i due veglioni al Teatro “Stesicoro”, ubicato all’interno del
Palazzo di Città. Il detto Teatro era denominato durante il dominio Borbonico
Real Teatro S. Francesco.
Il ciclo iniziale della
manifestazione di quella lontana domenica del 27 febbraio 1876 rappresentò
grazie all’originaria “Società del Carnevale”, la primigenia “forma
organizzata” carnascialesca cittadina.
Sempre a Termini Imerese,
nella seconda metà dell’Ottocento furono create da un appassionato e ignoto
artigiano le due maschere carnevalesche del “Nannu” e della “Nanna”, N.d.r.
(Nonno e Nonna) simbolo attuale del carnevale termitano. Tuttavia, i due
vegliardi già esistevano ed erano popolari a Palermo sin dall’Ottocento, e la
loro esibizione avveniva durante la sfilata su di un cocchio lungo il Corso
Vittorio Emanuele, la conosciutissima e tanto popolare “‘a sfilata ri “Nanni”,
N.d.r. (la sfilata dei Nanni).
La manifestazione
palermitana era organizzata dalla locale “Società del Carnevale” oramai non più
esistente, la cui sede si trovava nel Palazzo del Barone Grasso al civico 287
di via Maqueda.
Ciò nonostante la storia
della benemerita “Società del Carnevale” imerese del 1876, ci riserva altre
sorprese. Infatti, grazie ai tre studiosi: Patrizia Bova, Antonio Contino, e
Giuseppe Esposito è stato rinvenuto un documento nel quale si attesta che il 2
marzo del 1883 il Comune di Termini Imerese stabilì la «riparazione al tappeto
della scena del teatro e per impiantare e indi rimuovere la scala di legno, che
si collocava all’interno del detto teatro in occasione del veglione del passato
carnevale».
Pertanto, il Carnevale di
Termini Imerese (uno dei carnevali più antichi d’Italia ed erede diretto del
Carnevale di Palermo), è documentato in due date differenti: il 1876 l’anno in
cui fu stilato da Giuseppe Patiri l’inedito programma (o meglio, il proclama
cittadino, relativo alla manifestazione carnascialesca) che comprendeva anche
il veglione al Teatro “Stesicoro”, e il 1883 anno in cui furono effettuati i
lavori di manutenzione dell’oramai inesistente Teatro Comunale.
Purtroppo agli inizi del
XX secolo il Teatro “Stesicoro”, meta di festeggiamenti o ricorrenze ufficiali,
come ad esempio la commemorazione pronunziata da Francesco Dominici Longo (1) (2), fu demolito in occasione dei «lavori di rifacimento e
trasformazione». Sfortunatamente, veniva così cancellato un altro tassello di
questa nostra “Civitas Splendidissima”.
In merito alla storia del
Teatro Comunale “Stesicoro”, mi piace riportare per i lettori quanto lo storico
e giornalista Giuseppe Navarra (1893-1991), ha esposto i propri ricordi nel suo
libro postumo “Termini com’era” (pp. 75-76), GASM, Termini Imerese 2000.
Il
Teatro Comunale
«Era ricavato nell’ala occidentale del palazzo municipale, cioè
nell’attuale gabinetto del sindaco e nella segreteria. Sulla bella facciata
campeggia la conchiglia di San Giacomo, allora molto venerato a Termini. E’
veramente miracoloso come fossero riusciti a comprimere in un così limitato
spazio un mirabile gioiello di architettura che conteneva camerini,
palcoscenico, platea, palchi tutt’intorno e loggione. Con l’autunno veniva
rizzata all’esterno una comoda ed ampia scala esterna di sicurezza, in legno
che adduceva al balconcino a petto adiacente al portone del municipio, e che
segnalava ai cittadini che la stagione teatrale era incominciata. A Termini non
esistevano altri ritrovi, se si eccettuano l’opira î pupi, N.d.r. (l’opera dei pupi)
e qualche fugace apparizione di canzunittara, N.d.r (canzonettieri) nei
magazzini del Carricaturi, N.d.r. (Piazza Crispi) e pertanto al teatro la gente
accorreva in buon numero. Ma la speculazione non poteva non farsi sentire da
noi. Si finì per decretare che il teatro poteva rappresentare, in caso di
incendio, una trappola mortale per i suoi frequentatori. Alcuni amici ebbero in
concessione un tratto di terreno alla Serpentina, e prontamente venne edificato
un cinema-teatro senza tenere in conto i canoni dell’urbanistica. Esso si trova
all’estremo limite della città, ed è esposto ai forti venti di scirocco.
Inoltre non è stata protetta minimamente la pubblica incolumità: le porte di
sicurezza che dovrebbero aprirsi verso l’esterno sul vicolo sono spesso
ostruite dalle automobili ivi parcheggiate».
Note:
(1)
Francesco Dominici Longo L’esercito in Africa, Tipografia Fratelli Amore,
Termini Imerese 1887 (Commemorazione tenutasi nel Teatro Comunale di Termini
Imerese il 13 marzo 1887 “in occasione di una festa di beneficenza per le
famiglie dei caduti a Saati e Dogali, promossa dalla Società dei reduci: Italia
e Casa Savoia”).
(2)
Francesco Dominici Longo (1844-1931) Avvocato, fu socio della Società Siciliana
per la Storia Patria. Compilò lo Statuto e il Regolamento della Società per la
lettura popolare. Fu autore: Cenno biografico di Paolo Balsamo, Palermo, presso
Mirto, 1867; Resoconto per l’anno 1872-73 della Biblioteca circolante di
Termini Imerese (Termini Amore e Giuffrè); Le biblioteche circolanti e le
classi operaie, Verona, presso G. Drezza 1874. Fu uno dei più valenti giuristi
siciliani, Tesoriere (1899) e successivamente Presidente del consiglio
dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese. E inoltre Sindaco di Termini
Imerese dal 1902 al 1904.
Bibliografia e sitografia:
Giuseppe
Navarra, Termini com’era, (pp. 75-76), GASM, Termini Imerese
2000.
Giuseppe
Longo 2017, “Proclama” del 1876 di Giuseppe Patiri per la
Società del Carnovale, in Termini Imerese, Cefalunews, 7 ottobre.
Patrizia
Bova,
Antonio Contino, Giuseppe Esposito, L’estrazione e l’uso
delle “brecce a rudiste” (Cretaceo sommitale) in Termini Imerese (PA) nei
secoli XVII-XX, in: Gabriele Marino e Rosario Termotto (a cura di), Arte e
Storia delle Madonie – Studi per Nico Marino, voll. VII-VIII, Atti della VII e
VIII edizione, Cefalù – Sala delle Capriate, Palazzo del Comune, Piazza Duomo,
4 novembre 2017 e 3 dicembre 2018, pp. 119-141
Giuseppe
Longo 2019, La rivincita della “vera” storia del Carnevale
Termitano, Cefalunews, il 19 gennaio.
Giuseppe
Longo 2019, Riflessioni sulla festa carnascialesca di
Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo,
Cefalunews, 4 febbraio.
Giuseppe
Longo 2020, Una eclettica figura di studioso siciliano:
Giuseppe Pitrè, Cefalunews, 8 marzo.
Giuseppe
Longo 2020, I nanni di Carnevale trapiantati da Palermo a
Termini Imerese, Cefalunews, 11 marzo.
Giuseppe
Longo 2020, I Nanni del Carnevale di Termini Imerese a
diporto alla “lavata râ lana”, Cefalunews, 29 aprile.
https://carnevaledipalermo.blogspot.com/
Foto
di copertina: Termini Imerese, Palazzo Comunale, fine
Ottocento, inizi Novecento del secolo scorso. Per gentile concessione di
Francesco La Mantia.
Giuseppe Longo
In origine, pubblicato su Cefalunews, l’8 maggio 2020.
Nessun commento:
Posta un commento