martedì 27 agosto 2024

1952: la “Corazzata” carnascialesca dei falegnami di Termini Imerese

Giornale del Mediterraneo, 27 agosto 2024

Il 22 gennaio 2018 avevamo esordito con un articolo dal titolo: Una scorrazzata… di una “corazzata” carnevalesca tra Palermo e Termini Imerese, nei mitici anni Cinquanta, proprio per ricordare un curioso quanto mai attraente carro carnascialesco termitano che oltre a sfilare negli anni ’50 del XX secolo a Palermo nella via Ruggero Settimo, fece la sua comparsa in quel torno di tempo e in versione “riveduta” anche nella città imerese.

Purtroppo, allo stato attuale delle ricerche, sono insufficienti le notizie relative alle due summenzionate manifestazioni, tanto meno il nome che fu attribuito al “carro-corazzata”.

Tuttavia, imbattendomi casualmente su un noto social network, ho avuto la gradita sorpresa di trovare una interessantissima foto-indizio del sopraccennato carro di carnevale da accettare con beneficio di inventario circa i nomi delle persone indicate in didascalia.

Mentre, siamo in grado di considerare attendibile l’immagine (peraltro vista da un’altra angolazione) della raffinata opera rappresentata in fotografia che riproduce nei suoi tratti essenziali la nave da guerra.

Ma, ritornando alla foto in questione e alla sua didascalia trovata in internet, ne riporto fedelmente il contenuto.

1° Classificato Carnevale Termitano 1952 • Carro Falegnami

da sinistra: Salvatore Sperandeo, Filippo Bova, Vincenzo Gullo, Pietro Licata, Carmelino, Salvatore Lo Cascio, Michele Calderone, Pino Bova, Ciccio Bova, Pinù Bova.

Ricordiamo ai nostri affezionati lettori che attraverso notizie documentate, la manifestazione del Carnevale di Termini Imerese iniziò la sua ascesa dal secondo dopoguerra del secolo XX. Mentre a Palermo come abbiamo già più volte ribadito, le feste carnascialesche furono presenti almeno sin dal Cinquecento. 

Inoltre, riguardo le maschere simbolo del Carnevale Termitano, esse nacquero nella seconda metà dell’800, mentre in Palermo le figure dei “Nanni” già sfilavano lungo il Corso Vittorio Emanuele (l’antico Cassaro) sin dall’800.

Certamente, queste sono notizie storiche che fanno un dettaglio e che indubbiamente eleggono il Carnevale di Termini Imerese (di cui lo scorso febbraio ha spento 148 candeline), uno dei più antichi d’Italia ed erede diretto dell’antico Carnevale di Palermo.

Bibliografia e Sitografia:

Giuseppe Longo 2018, Una scorrazzata… di una “corazzata” carnevalesca tra Palermo e Termini Imerese, nei mitici anni Cinquanta, Cefalunews, 22 gennaio.

Giuseppe Longo, 2018, Il binomio Palermo-Termini, tra porte civiche, manifestazioni carnascialesche e “gustose” leggende metropolitane, Cefalunews, 22 dicembre.

Giuseppe Longo 2019, La rivincita della “vera” storia del Carnevale Termitano, Cefalunews, 19 gennaio.

Giuseppe Longo 2019, Riflessioni sulla festa carnascialesca di Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo, Cefalunews, 4 febbraio.

Giuseppe Longo 2020, I nanni di Carnevale trapiantati da Palermo a Termini Imerese, Cefalunews, 11 marzo.

Giuseppe Longo 2020, Alla scoperta di un’inedita lettera di Giuseppe Patiri indirizzata a Giuseppe Pitrè, Cefalunews, 16 aprile.

Giuseppe Longo 2020, Quando al Teatro Comunale “Stesicoro” si festeggiava il Carnevale di Termini Imerese, Cefalunews, 8 maggio.

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Foto di copertina: Carnevale Termitano 1952, Carro Falegnami, 1° Classificato.

Foto a corredo dell’articolo:

Palermo, anni Cinquanta del XX secolo,  il “carro-corazzata” sta percorrendo la via Ruggero Settimo. 

Carnevale di Termini Imerese (PA), anni ’50, il “carro-corazzata”sta percorrendo il Corso Umberto e Margherita.

Giuseppe Longo 

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In origine, pubblicato su Cefalunews, il 12 maggio 2020 

Quando al Teatro Comunale “Stesicoro” si festeggiava il Carnevale di Termini Imerese

Giornale del Mediterraneo, 27 agosto 2024

Nel 2017 fu rinvenuta a casa degli eredi di Giuseppe Patiri la minuta del proclama datata 1876 nella quale venivano programmati a Termini Imerese i festeggiamenti carnascialeschi per quell’anno. L’annuncio stabiliva l’ordinato programma, in cui vi erano menzionati anche i due veglioni al Teatro “Stesicoro”, ubicato all’interno del Palazzo di Città. Il detto Teatro era denominato durante il dominio Borbonico Real Teatro S. Francesco.

Il ciclo iniziale della manifestazione di quella lontana domenica del 27 febbraio 1876 rappresentò grazie all’originaria “Società del Carnevale”, la primigenia “forma organizzata” carnascialesca cittadina.

Sempre a Termini Imerese, nella seconda metà dell’Ottocento furono create da un appassionato e ignoto artigiano le due maschere carnevalesche del “Nannu” e della “Nanna”, N.d.r. (Nonno e Nonna) simbolo attuale del carnevale termitano. Tuttavia, i due vegliardi già esistevano ed erano popolari a Palermo sin dall’Ottocento, e la loro esibizione avveniva durante la sfilata su di un cocchio lungo il Corso Vittorio Emanuele, la conosciutissima e tanto popolare “‘a sfilata ri “Nanni”, N.d.r. (la sfilata dei Nanni).

La manifestazione palermitana era organizzata dalla locale “Società del Carnevale” oramai non più esistente, la cui sede si trovava nel Palazzo del Barone Grasso al civico 287 di via Maqueda.

Ciò nonostante la storia della benemerita “Società del Carnevale” imerese del 1876, ci riserva altre sorprese. Infatti, grazie ai tre studiosi: Patrizia Bova, Antonio Contino, e Giuseppe Esposito è stato rinvenuto un documento nel quale si attesta che il 2 marzo del 1883 il Comune di Termini Imerese stabilì la «riparazione al tappeto della scena del teatro e per impiantare e indi rimuovere la scala di legno, che si collocava all’interno del detto teatro in occasione del veglione del passato carnevale».

Pertanto, il Carnevale di Termini Imerese (uno dei carnevali più antichi d’Italia ed erede diretto del Carnevale di Palermo), è documentato in due date differenti: il 1876 l’anno in cui fu stilato da Giuseppe Patiri l’inedito programma (o meglio, il proclama cittadino, relativo alla manifestazione carnascialesca) che comprendeva anche il veglione al Teatro “Stesicoro”, e il 1883 anno in cui furono effettuati i lavori di manutenzione dell’oramai inesistente Teatro Comunale.

Purtroppo agli inizi del XX secolo il Teatro “Stesicoro”, meta di festeggiamenti o ricorrenze ufficiali, come ad esempio la commemorazione pronunziata da Francesco Dominici Longo (1) (2), fu demolito in occasione dei «lavori di rifacimento e trasformazione». Sfortunatamente, veniva così cancellato un altro tassello di questa nostra “Civitas Splendidissima”.

In merito alla storia del Teatro Comunale “Stesicoro”, mi piace riportare per i lettori quanto lo storico e giornalista Giuseppe Navarra (1893-1991), ha esposto i propri ricordi nel suo libro postumo “Termini com’era” (pp. 75-76), GASM, Termini Imerese 2000.

Il Teatro Comunale

«Era ricavato nell’ala occidentale del palazzo municipale, cioè nell’attuale gabinetto del sindaco e nella segreteria. Sulla bella facciata campeggia la conchiglia di San Giacomo, allora molto venerato a Termini. E’ veramente miracoloso come fossero riusciti a comprimere in un così limitato spazio un mirabile gioiello di architettura che conteneva camerini, palcoscenico, platea, palchi tutt’intorno e loggione. Con l’autunno veniva rizzata all’esterno una comoda ed ampia scala esterna di sicurezza, in legno che adduceva al balconcino a petto adiacente al portone del municipio, e che segnalava ai cittadini che la stagione teatrale era incominciata. A Termini non esistevano altri ritrovi, se si eccettuano l’opira î pupi, N.d.r. (l’opera dei pupi) e qualche fugace apparizione di canzunittara, N.d.r (canzonettieri) nei magazzini del Carricaturi, N.d.r. (Piazza Crispi) e pertanto al teatro la gente accorreva in buon numero. Ma la speculazione non poteva non farsi sentire da noi. Si finì per decretare che il teatro poteva rappresentare, in caso di incendio, una trappola mortale per i suoi frequentatori. Alcuni amici ebbero in concessione un tratto di terreno alla Serpentina, e prontamente venne edificato un cinema-teatro senza tenere in conto i canoni dell’urbanistica. Esso si trova all’estremo limite della città, ed è esposto ai forti venti di scirocco. Inoltre non è stata protetta minimamente la pubblica incolumità: le porte di sicurezza che dovrebbero aprirsi verso l’esterno sul vicolo sono spesso ostruite dalle automobili ivi parcheggiate».

Note:

(1) Francesco Dominici Longo L’esercito in Africa, Tipografia Fratelli Amore, Termini Imerese 1887 (Commemorazione tenutasi nel Teatro Comunale di Termini Imerese il 13 marzo 1887 “in occasione di una festa di beneficenza per le famiglie dei caduti a Saati e Dogali, promossa dalla Società dei reduci: Italia e Casa Savoia”).

(2) Francesco Dominici Longo (1844-1931) Avvocato, fu socio della Società Siciliana per la Storia Patria. Compilò lo Statuto e il Regolamento della Società per la lettura popolare. Fu autore: Cenno biografico di Paolo Balsamo, Palermo, presso Mirto, 1867; Resoconto per l’anno 1872-73 della Biblioteca circolante di Termini Imerese (Termini Amore e Giuffrè); Le biblioteche circolanti e le classi operaie, Verona, presso G. Drezza 1874. Fu uno dei più valenti giuristi siciliani, Tesoriere (1899) e successivamente Presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Termini Imerese. E inoltre Sindaco di Termini Imerese dal 1902 al 1904.

Bibliografia e sitografia:

Giuseppe Navarra, Termini com’era, (pp. 75-76), GASM, Termini Imerese 2000.

Giuseppe Longo 2017, “Proclama” del 1876 di Giuseppe Patiri per la Società del Carnovale, in Termini Imerese, Cefalunews, 7 ottobre.

Patrizia Bova, Antonio Contino, Giuseppe Esposito, L’estrazione e l’uso delle “brecce a rudiste” (Cretaceo sommitale) in Termini Imerese (PA) nei secoli XVII-XX, in: Gabriele Marino e Rosario Termotto (a cura di), Arte e Storia delle Madonie – Studi per Nico Marino, voll. VII-VIII, Atti della VII e VIII edizione, Cefalù – Sala delle Capriate, Palazzo del Comune, Piazza Duomo, 4 novembre 2017 e 3 dicembre 2018, pp. 119-141

Giuseppe Longo 2019, La rivincita della “vera” storia del Carnevale Termitano, Cefalunews, il 19 gennaio.

Giuseppe Longo 2019, Riflessioni sulla festa carnascialesca di Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo, Cefalunews, 4 febbraio.

Giuseppe Longo 2020, Una eclettica figura di studioso siciliano: Giuseppe Pitrè, Cefalunews, 8 marzo.

Giuseppe Longo 2020, I nanni di Carnevale trapiantati da Palermo a Termini Imerese, Cefalunews, 11 marzo.

Giuseppe Longo 2020, I Nanni del Carnevale di Termini Imerese a diporto alla “lavata râ lana”, Cefalunews, 29 aprile.

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Foto di copertina: Termini Imerese, Palazzo Comunale, fine Ottocento, inizi Novecento del secolo scorso. Per gentile concessione di Francesco La Mantia.

Giuseppe Longo 

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In origine, pubblicato su Cefalunews, l’8 maggio 2020.

Riflessioni sulla festa carnascialesca di Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo

Giornale del Mediterraneo, 27 agosto 2024

Palermo vanta un carnevale ufficialmente organizzato ed avallato dalle autorità viceregie, le cui radici risalgono almeno al Cinquecento. Del resto, è impensabile che nell’antica capitale del Regno di Sicilia, non sia sorto il carnevale per eccellenza, veramente degno dell’«Isola del Sole».

Eccovi alcuni esempi. Nel “diario della città di Palermo”, dal 1500 al 1613, opera manoscritta di Filippo Paruta e Niccolò Palmerino, che si conserva della Biblioteca Comunale di Palermo, vi sono alcune interessantissime notizie sul carnevale della «città Felice». Il detto diario fu pubblicato da Monsignor Gioacchino di Marzo nel primo volume della Biblioteca Storica e Letteraria di Sicilia edito nel 1869 e le seguenti notizie sono riportate alle pagine 44 e 45.

Il Giorno 8 febbraio 1572, in occasione della venuta del «Serenissimo prencipe D. Gioanni d’Austria, figlio naturale della Maestà di Carlo V imperatore, fratello del re Filippo II, giovane di età d’anni 22», che fece la sua solenne entrata «ad ore ventuna» con il suo seguito di «550 cavalieri in sua compagnia».

Coincidendo la visita dell’illustre personaggio, con il periodo carnascialesco, i consueti festeggiamenti acquistarono uno sfarzo particolare.

Ecco cosa scrissero i due cronisti Paruta e Palmerino: «Martedì, l’ultimo di carnevale, la città fece a sue spese una bella e ricca sortita, dove ci foro 13 quatriglie [quadriglie] riccamente vestite, e ci giocò Sua Altezza. E continuarono in festa in vedere Monreale e S. Martino e tutti lochi degni dentro e fuora Palermo».

Un altro riferimento alle feste di carnevale, ed in particolare alle commedie che si tenevano in Palermo, si ritrova il 10 febbraio 1578 (cfr. Di Marzo, op. cit., p. 84).

«A 10 detto, lunedì, ultimo di carnevale. Si fece una comedia in casa dello spett. sig. D. Vincenzo Bongiorno capitano della città; dove, avendoci andato l’ecc.a del sig. Marco Antonio Colonna viceré e l’ecc.a della signora D. Felice sua moglie e diversi signori, fu tanto disonesta, che a menza comedia se ne andò detto viceré con la viceregina e molti signori. E l’indomani disterrò [esiliò] di questa città (che per sei mesi non ci possano entrare) detti recitanti»

Nel manoscritto di Valerio Rosso, «Varie cose notabili occorse in Palermo ed in Sicilia, 1587-1601», relativamente alle feste carnascialesche del 1595 si legge: «Nell’anno 1595, nel tempo di carnevale. In Palermo nel publico teatro s’é recitata una comedia da’ Panormitani, in presenza del marchese di Geraci presidente» (cfr. Di Marzo, op. cit., p. 284).

Potremmo continuare riferendo delle festività carnascialesche del Seicento e del Settecento palermitano, ma ci asteniamo per non tediare il lettore. E senza tema di poter essere smentiti, il carnevale organizzato di Palermo proseguì sotto il Regno borbonico e dopo l’annessione al Regno d’Italia.

Questo carnevale palermitano, durato oltre quattrocento anni, è stato indubbiamente fonte di ispirazione e carro trainante, anche per la vicina Termini Imerese, al quale, volente o nolente, dovette attingere linfa vitale per le proprie tradizioni, ereditando o rielaborando costumi e usanze che negli ultimi venti anni, per una distorta mentalità campanilistica si è voluto rivendicare come cosa propria.

Anche Mezzojuso ha preso ispirazione dal carnevale palermitano. Un tipico esempio di importazione tout court è la figura di Mastro di Campo un tempo celebrata nell’antico Carnevale di Palermo.

Infatti, è l’incontro tra Pulcinella e “Mastro di Campo”, una sorta di pantomima chiamata “Giuoco del Castello” o “L’ Atto di Castello”, da cui deriva l’attuale festa popolare e che, da oltre due secoli, si svolge nella cittadina in provincia di Palermo.

La nostra Termini Imerese fu anch’essa influenzata dalle usanze palermitane, tant’è che, Giuseppe Patiri e compagni, sulle orme dell’antica Società del Carnevale di Palermo (la cui sede era in via Maqueda, al civico 287, nel Palazzo del Barone Grasso, purtroppo demolito nel 1929), la fecero sua istituendola, nel 1876, anche nella cittadina imerese.

Successivamente, anche un ignoto artigiano si appropriò dell’idea dei costumi palermitani, realizzando nella seconda metà dell’Ottocento la coppia di maschere del «Nannu» e della «Nanna», a somiglianza di quelle originarie di Palermo che, ricordiamo, circolavano sin dall’Ottocento su un cocchio durante la sfilata carnascialesca lungo Corso Vittorio Emanuele.

Sì, perché le maschere del «Nannu» e la «Nanna» sono nate proprio lì, nel capoluogo.

Il Patiri etnoantropologo contribuì, quindi, all’istituzione per la prima volta a Termini Imerese di una “Associazione” per l’organizzazione dell’antico carnevale, mutuandola dalla sua originaria versione palermitana della “Società del Carnevale”.

Ma il fatto più rilevante è che il Patiri fu il referente ufficiale di Giuseppe Pitrè, quest’ultimo consacrato tra i grandi studiosi italiani dell’Ottocento e autore della conosciutissima Biblioteca delle tradizioni popolari, composta di ben venticinque volumi.

Per la realizzazione di questa monumentale opera, furono setacciate e raccolte mediante una ricerca meticolosa e a cura di illustri ed esimi collaboratori del Pitrè, le tradizioni di svariati centri isolani, descrivendone le usanze e i costumi, dalle più o alle meno conosciute e studiate, coinvolgendo ben 172 Comuni siciliani; quindi anche il nostro Patiri che faceva parte di questa “commissione scientifica” diede il suo prezioso contributo.

Premesso questo, dobbiamo prendere atto di un fatto alquanto curioso. In realtà, da circa 20 anni a questa parte, nelle cronache del Carnevale termitano non è mai emersa l’importante figura del Patiri, quasi ad oscurare volutamente il suo ruolo di etnoantropologo.

Da oltre venti anni, circola una vera e propria “etichetta pubblicitaria” che strombazza per verità sacrosanta che il carnevale termitano sarebbe “il più antico di Sicilia”, slogan che ha rintronato le orecchie dei termitani e non, divenendo una sorta di tormentone, ormai logoro.

E che sia stato un mero slogan, costruito «a tavolino», si evince dall’assoluto silenzio in proposito prima del suo esordio.

Del resto, in una relazione sullo svolgimento della kermesse, redatta nel lontano 1963, dai compianti Cav. Vito Salvo e dall’allora Sindaco di Termini Imerese, dott. Francesco Candioto, non vi è ombra di tale presunto primato.

Ma i due, erano dei veri galantuomini e giammai si sarebbero sognati di escogitare un simile espediente per pubblicizzare, nel circuito nazionale, il nostro carnevale cittadino.

Per concludere, dato che è iniziata una sorta di «caccia alle streghe», per tentare di mettere in discussione quanto Giuseppe Patiri relazionò a Giuseppe Pitrè (cioè che il carnevale termitano è una filiazione di quello palermitano), vi esorto a farmi pervenire le vostre proficue «esplorazioni» bibliotecarie, sarei ben lieto di pubblicarle e annoverarvi, se sarà il caso, tra i nuovi personaggi in cerca di notorietà…

Bibliografia e sitografia:

Giuseppe Longo 2016, I “Nanni” dei carnevali di Palermo e Termini Imerese, Cefalunews, 5 febbraio.

Giuseppe Longo 2017, “Il Carnevale di Termini Imerese non è il più antico di Sicilia”, Cefalunews, 6 marzo.

Giuseppe Longo 2018, “Il quartiere fuori Porta Palermo e l’infondata “leggenda” dell’origine del Carnevale di Termini Imerese”, Cefalunews, 24 agosto.

Giuseppe Longo 2018, “Il binomio Palermo-Termini, tra porte civiche, manifestazioni carnascialesche e “gustose” leggende metropolitane”, Cefalunews, 22 dicembre.

Giuseppe Longo 2019, “La rivincita della “vera” storia del Carnevale Termitano”, Cefalunews, 19 gennaio.

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Foto di copertina: “La Tubbiana”. Giuseppe Pitrè “La famiglia, la casa, la vita del popolo siciliano” Forni Editore, 1980.

Giuseppe Longo

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In origine, pubblicato su Cefalunews, il 4 febbraio 2019. 

Una scorrazzata… di una “corazzata” carnevalesca tra Palermo e Termini Imerese, nei mitici anni Cinquanta

Giornale del Mediterraneo, 27 agosto 2024

Il Carnevale di Termini Imerese quest’anno ha compiuto la vegliarda età di 148 anni, e la documentazione attualmente in nostro possesso, chiarisce che questa manifestazione, oltre ad essere l’erede diretta dell’antico carnevale di Palermo, è da annoverare a buon diritto tra le manifestazioni carnascialesche più antiche d’Italia.

Pertanto, il presunto primato di carnevale “più antico di Sicilia”, vacilla inesorabilmente, ad ogni nuova “scoperta” relativa alla manifestazione palermitana che, prima della creazione della “Società del Carnevale”, vanta già una documentazione di tutto rispetto. Basta infatti, dare una scorsa ai diari editi dal Di Marzo, come quelli del Marchese di Villabianca, per averne contezza.

Tornando all’area imerese, ci domandiamo: ma cosa realmente sappiamo della benemerita “Società del Carnovale” un’associazione per la promozione e l’organizzazione del Carnevale di Termini Imerese e di cui lo storico, Giuseppe Patiri fu uno dei più valenti e illustri soci. Di questa meritoria “Società del Carnovale” di cui già abbiamo avuto modo di parlare nei nostri precedenti articoli, sorse nel 1876, e che l’illustre Patiri, componente di spicco del sodalizio, attraverso un suo manoscritto, una sorta di proclama, elaborato il 27 febbraio di quell’anno, precisamente la domenica di carnevale, ha lasciato a noi posteri un programma di massima, nella quale si disponevano le fasi preparatorie dell’evento carnascialesco promosso dell’allora “Comitato” organizzatore. Allo stato attuale delle ricerche non abbiamo, purtroppo, notizie esaustive tali da poterne ricostruire nel dettaglio le vicissitudini storiche e comunque nulla ci è noto di quello che avvenne negli anni successivi al fatidico 1876. Sappiamo, tuttavia, che agli inizi del Novecento un Comitato del Carnevale si adoperò per raccogliere i fondi destinati all’Ospizio di mendicità attiguo alla chiesa di Sant’Antonio di Padova. Non è da escludere che gli eventi bellici successivi, verosimilmente, abbiano ridotto o azzerato del tutto le manifestazioni carnascialesche, tuttavia le attività risultano documentate nuovamente negli anni immediatamente successivi al secondo conflitto mondiale.

Infatti, nel dopoguerra, fu un certo Militello figlio del gestore dei frequentatissimi bagni detti della “Gisira”, sul lido, ad iniziare le prime sfilate in maschera su dei camion addobbati alla bisogna. In una di queste sfilate il Militello sfoggiò un elegante costume “fatto in proprio” raffigurante un principe indiano. Il Militello con questo costume si impose all’attenzione del pubblico con la sua figura atletica ed imponente e lo sguardo magnetico, suscitando molto scalpore per quei tempi, soprattutto nell’universo femminile. Ancora oggi, alcuni anziani ne ricordano la elegante e carismatica figura. Negli anni Cinquanta nacquero poi le prime timide rappresentazioni in cartapesta di soggetti vari, soprattutto a carattere caricaturale, associati a sfilate in costume. E’ questo, anche il periodo nel quale hanno inizio le prime indagini “scientifiche” sul Carnevale di Termini Imerese.

In tale contesto, si inserisce proprio la tesi di Luigi Ricotta “Aspetti del Folklore di Termini Imerese”, discussa presso l’Università degli Studi di Palermo, A.A. 1956-57, essendo relatore il compianto prof. Giuseppe Cocchiara. Tale tesi costituisce il primo tentativo di un organico studio del ricco e multiforme folclore termitano e dei suoi molteplici aspetti, non ultimo il Carnevale con le sue caratteristiche figure del Nannu e della Nanna (questi ultimi indiscutibilmente, eredi diretti delle maschere palermitane del Nannu e Nanna, un tempo presenti durante la sfilata a Corso Vittorio Emanuele, l’antico Cassaro).

E’ proprio a Palermo, che abbiamo oggi la certezza che il carnevale (almeno sotto forma di sfilata di carri allegorici) visse ancora i suoi antichi fasti, non solo negli anni Trenta, ma anche dopo la parentesi bellica del secondo conflitto mondiale, riprese vita negli anni Cinquanta del XX secolo.  L’immagine fotografica a corredo di questo articolo è molto eloquente. Nella figura (foto in alto) il carro, esprimente una tematica centrata sulla “corazzata”, sta percorrendo una delle vie “chic” di Palermo: via Ruggero Settimo, ed è quasi arrivato nella piazza omonima. Per i nostalgici palermitani, notasi ad angolo con via Ruggero Settimo, l’Extrabar di Dagnino, facente parte del plesso monumentale del S.Lucia.

Tuttavia, ci stupisce il fatto che un carro con il medesimo soggetto (foto in basso) in versione “riveduta”, fu presente anche a Termini Imerese in quel torno di tempo. Sarà stata una manifestazione che coinvolse le due città? un vero e proprio gemellaggio? A cui partecipò ovviamente Termini? Il carro palermitano destò lo spirito di emulazione dei termitani che si ispirarono ad esso? Siccome le “assonanze” sono parecchie e saltano all’occhio, speriamo che qualche maligno non sia sfiorato dal pensiero che possa trattarsi di una sorta di “riuso” di elementi che derivavano dal carro palermitano. Lo stesso malpensante ci potrebbe ricordare che la storia potrebbe essersi ripetuta nel 1963 in occasione dei contatti tra l’ambiente imerese e le maestranze del Carnevale di Viareggio (1). Comunque sia stato, il carro termitano fece pomposamente la sua figura lungo il corrispondente asse viario “chic” di Corso Umberto e Margherita.

Tornando alla nostra Termini Imerese, a partire dagli inizi degli anni Sessanta, sono finalmente documentati i primi carri in cartapesta montati su carrelli e trainati da trattori. La manifattura dei carri, per parecchi decenni, fu da allora affidata alla buona volontà dei maestri cartapestai termitani, tanto che si sono avvicendate fino ad oggi almeno tre generazioni di maestranze. Dal 1994 al 2000, è stato attivo uno specifico corso d’insegnamento per l’apprendistato dell’arte della cartapesta. Sarebbe sicuramente auspicabile il ripristino di tale corso, magari supportato da appositi stages, sia in ambito locale che nei principali laboratori di progettazione e realizzazione dei Carnevali d’Italia. Sicuramente, queste esperienze amplierebbero ulteriormente le conoscenze tecniche dei nostri volenterosi cartapestai, affinando le loro capacità, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla modellazione delle strutture e delle maschere, dando così un tocco di eleganza in più alle loro già belle opere.

Note:

(1) Giuseppe Longo 2017, Carnevale di Termini Imerese 1963: Marilyn Monroe cambia carro…, Cefalunews, 17 marzo.

Bibliografia e sitografia:

Giuseppe Longo 2012, Vincenzo Favara: l’ironia e l’intraprendenza a servizio della Pro Loco di Termini Imerese, MadonieLive.

Giuseppe Longo 2016, Il Carnevale di Palermo nelle pagine di Carlo Collodi, su Cefalunews, 29 dicembre.

Giuseppe Longo 2017, A UN SECOLO DALLA MORTE DELLO STUDIOSO. Dal Carnovale all’etnostoria,Termini studiata da Patiri, su Lavoceweb.com.

Giuseppe Longo 2017, Il Carnevale di Termini Imerese non è il più antico di Sicilia, su Cefalunews, 6 marzo 2017.

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Foto di copertina: In alto, Palermo, anni Cinquanta del XX secolo,  il “carro-corazzata” sta percorrendo la via Ruggero Settimo. In basso, Carnevale di Termini Imerese (PA), anni ’50, il “carro-corazzata”sta percorrendo il Corso Umberto e Margherita.

Giuseppe Longo 

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In origine, pubblicato su Cefalunews, il 22 gennaio 2018.

martedì 20 agosto 2024

Il Carnevale di Termini Imerese anni ‘90. Il periodo della rimonta e la scoperta dell’antico certificato, datato 1876

Giornale del Mediterraneo, 20 agosto 2024

Il Carnevale di Termini Imerese dei “ruggenti” anni Novanta, fu contraddistinto dalla solerzia degli organizzatori che diedero alla manifestazione un impulso di energia. E la trasfusero non solamente al corpo delle maestranze, ma anche all’interno dei coreografici gruppi in maschera appiedati, i quali, accrebbero di numero e fecero da complemento ai carri allegorici in sfilata. 

I maestri cartapestai (ci riferisce l’ex carrista Giuseppe Aglieri Rinella) dal canto loro, si diedero da fare per presentare al vasto pubblico le loro opere, realizzando il meglio di quello che non si poteva fare. Primo fra tutti, la realizzazione di carri più grandi rispetto al passato. E, sempre nell’ambito delle maestranze locali, ci furono, oltre ai team emergenti, anche gruppi che al loro interno si frazionarono per divergenze di opinioni. In realtà, gli elementi fuoriusciti si mischiarono ai veterani, che li accolsero ben volentieri nei loro “clan”. Ciò nonostante, non mancarono equipe di “irriducibili”, che rimasero uniti, e rigettarono ogni tipo di fusione. Pertanto, ci si ritrovò a lavorare, e sembra davvero un paradosso, persino con soggetti che collaborarono sia con la propria squadra e sia per così dire con gli staff “avversari”.

Altre peculiarità di questo bilustro furono le manifestazioni collaterali annessi all’evento carnascialesco, come spettacoli musicali ed esibizioni live.

La tematica che i maestri cartapestai affrontarono in questo decennio fu: l’immancabile satira politica locale, nazionale ed estera, e il mondo favolistico dei cartoni animati.

I lavori per la realizzazione dei carri carnascialeschi (circa una decina) ebbero inizio, sempre a partire dal mese di dicembre. E agli inizi di questo nuovo decennio fu utilizzata sempre l’autorimessa sita all’interno dell’ex Caserma La Masa. Però, in seguito, le maestranze si avvalsero dell’ampio garage, adibito per i mezzi pesanti, ubicato in via dei Mulinelli, nei pressi del cimitero comunale.

Per le sfilate dei carri allegorici (continua a raccontarci il nostro intervistato) ci fu una variante nel circuito cittadino che interessò la parte bassa della città. Ma andiamo per ordine. Il circuito classico rimase immutato per Termini Alta, ovvero: i carri partirono da Piazza S. Antonio, percorsero la via Vittorio Amedeo, Piazza Umberto I, il tratto di via Mazzini, e giunsero a Piazza Duomo. Poi, cambiando direzione, si avviarono per via Garibaldi. Quindi, dopo che quest’ultima via fu attraversata, si immisero nuovamente in via Inguaggiato, Piazza Umberto I e così di seguito per altre volte, compiendo in totale 2 o 3 giri.

Per Termini Bassa, invece, rispetto agli anni Ottanta, il tragitto fu modificato per necessità. Infatti, i carri essendo di dimensioni più grandi, indussero gli organizzatori ad optare saggiamente per un circuito più ampio che avrebbe soddisfatto non solo la buona visione dei tanti visitatori che vi accorsero, ma anche per la sicurezza urbana e l’incolumità pubblica. 

Come per gli scorsi decenni: ’50, ’60, ’70, e ‘80 a gestire l’organizzazione del Carnevale (1) fu (ad eccezione degli anni “Cinquanta”, tramite l’azione del Comitato del Carnevale, e “Sessanta” con l’intervento della Pro Termini), la locale Pro Loco.

E fin qui è il resoconto di quanto ci ha esposto l’ex carrista Giuseppe Aglieri Rinella.

Ma, l’episodio più rilevante degli anni Novanta fu il rinvenimento da parte dello scrivente, a casa del collezionista Francesco La Mantia, di alcuni certificati di pagamento, intestati allo storico, poligrafo, paletnologo ed etnologo Giuseppe Patiri (2) (3) (4) tra cui figurava una ricevuta più vecchia rispetto alle altre, datata, gennaio 1876.

Questo episodio fu davvero una reale svolta circa la tangibile prova documentale sulle vere origini della kermesse termitana.

Tuttavia nel 1997, attraverso un  noto talk show (5), il nostro carnevale, venne spacciato dall’alto dello scranno per “Il più antico di Sicilia”. La dichiarazione di per sé, si dimostrò ai fini storici, alquanto impropria, avventata e frettolosa. E in seguito, tale slogan fece cassa di risonanza e fu la prosecuzione di un “circolo vizioso” che i suoi artefici già avevano progettato con un “programma messo in agenda”.

La pianificazione fu portata avanti attraverso un gruppo di pressione (oggi, costituito principalmente da “over seventy”), che condizionò e condiziona a tutt’oggi i principali apparati organizzativi della kermesse carnascialesca cittadina. Ma questa è un’altra storia da raccontare nel prosieguo dei nostri articoli work in progress.

Note:

(1) Giuseppe Longo 2012, Vito Salvo una vita spesa per la “sua” Termini Imerese, MadonieLive, 1 giugno.

(2) Giuseppe Longo, 2010, Gli albori del Carnevale di Termini Imerese La “Società del Carnovale”, Sicilia Tempo anno XLVIII n.470, 2010.

(3) Giuseppe Longo 2015, Il Carnevale di Termini Imerese nel XIX secolo: nuovi contributi documentari ad una storia che si va dipanando, Cefalunews, 17 febbraio.

(4) Giuseppe Longo 2018, Nuove acquisizioni documentarie sulle origini della manifestazione carnascialesca termitana, a 20 anni dalla mostra “Un Carnevale antico”, Cefalunews, 24 marzo.

(5) Giuseppe Longo 2023, Il nuovo imperativo del 2023: buttiamo un quarantennio di fake news sul Carnevale di Termini Imerese!, Cefalunews, 11 gennaio.

Bibliografia e sitografia:

Calogero Di Mino e Giuseppe Cocchiara, Ove il cedro fiorisce, Edizioni Remo Sandron, 298 p. 1925.

Arturo Lancellotti, Feste tradizionali, Società Editrice Libraria, 1951.

Luigi Ricotta, Aspetti del folklore di Termini Imerese, Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Lettere, Relatore prof. Giuseppe Cocchiara, A.A. 1956-57, Tesi di Laurea inedita, 268 p.

Giuseppe Navarra, “Termini com'era” GASM, 352 pp. 2000.

Giuseppe Longo 2023, I proclami dei Carnevali di Firenze e Termini Imerese: Giuseppe Patiri e la Toscana, Cefalunews, 4 dicembre.

Giuseppe Longo 2024, Termini Imerese, “U’ ponti da lavata râ lana” per antonomasia ed i nostalgici Nanni di Carnevale di un tempo, Cefalunews, 18 luglio.

Foto di copertina: Carro allegorico dedicato alla figura inconfondibile dell’onorevole Giulio Andreotti (Roma, 14 gennaio 1919 - ivi, 6 maggio 2013).

https://carnevaledipalermo.blogspot.com/

Foto a corredo dell’articolo:

Carnevale 1999. Da notare sul carro dei “Nanni”, il Presidente della Pro-Loco di Termini Imerese, Gaetano Schifano e l’Assessore alla Cultura del Comune di Termini Imerese, la compianta Rosa Maria Dentici Buccellato.

Ricevuta di pagamento rilasciata dalla Società del Carnovale di Termini Imerese a Giuseppe Patiri.

Si ringrazia Antonino Surdi Chiappone per l’ottimizzazione dell’immagine del Carro di Carnevale del 1999.

Giuseppe Longo

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martedì 13 agosto 2024

Il Carro allegorico proveniente da Viareggio: e il tributo bis a Marilyn Monroe per il Carnevale di Termini Imerese negli anni ’63 e ’66 del XX sec.

Giornale del Mediterraneo, 13 agosto 2024

La sfilata dei carri di Carnevale che si svolse nella cittadina imerese negli anni Sessanta, fu davvero un successo senza eguali (1). In realtà, nel corso di quel decennio furono importati da Viareggio vari componenti costruttivi (2) che resero più accattivanti i carri carnascialeschi termitani. 

Ed è proprio nelle edizioni di quegli anni, che per consuetudine si riproposero, nei cortei carnascialeschi, le versioni “ritoccate” delle opere create dai grandi maestri viareggini.

Un tipico esempio, fu la magnifica raffigurazione, in carta e calco, della bellissima attrice, cantante e modella americana Marilyn Monroe (1 giugno 1926 - 5 agosto 1962), opera del pittore, scenografo e scultore Silvano Avanzini (1925 - 2000) che fu fatta sfilare per le vie cittadine, per ben due volte. Almeno, così pare, in mancanza di altri documenti fotografici probanti.

Infatti, la sensuale diva dal seno provocante e prosperoso (già deceduta, all’epoca della due manifestazioni siciliane) finì anche sotto la lente d’ingrandimento nelle passerelle carnascialesche termitane degli anni 1963 e 1966. 

Indubbiamente, il procace décolleté fece “perdere la ragione” persino ai numerosi ed ilari spettatori maschili, e verosimilmente con qualche disappunto delle rispettive consorti o fidanzate.

Lo scatto del 1966 a cura del compianto Andrea Gaeta, all’epoca un baldo giovanotto di quarantuno anni, ci offre una “modellatura” a tuttotondo della VIP in veste rivisitata: dal colore in tinta unita, e in solitaria, rispetto all’edizione terminese del 1963. 

Esattamente, lo svettante busto di Marilyn venne deposto dal suo ideatore a mo’ di polena su un’autovettura realizzata in cartapesta; e l’insieme fu adagiato su un carro di dimensioni ridotte, e trainato da un mini trattore. 

La “piccola carrozzata”, dal titolo simbolico “Sprint”, partì dal Piazzale della Stazione Ferroviaria (3), insieme agli altri carri allegorici e fu eternata proprio all’altezza dell’ex Pastificio Russo.

Noi della redazione ricordiamo il compianto Andrea Gaeta e ringraziamo il figlio Enzo per averci autorizzato a pubblicare la foto immortalata da suo padre cinquantotto anni fa. 

La particolare iconografia va ad aggiungersi alle altre immagini e notizie già pubblicate dallo scrivente, le quali non fanno altro che integrare ulteriormente le antiche pagine della storia del Carnevale di Termini Imerese, definito a gran voce, non il più antico di Sicilia, bensì uno dei carnevali più antichi d’Italia ed erede diretto dell’antico Carnevale di Palermo (4) (5) (6). 

Note:

(1) Giuseppe Longo 2012, Che Carnevale, quello del 1963! Memorie, nostalgie e rimpianti, Cefalunews, 2012.

(2) Giuseppe Longo 2023, Il Carnevale di Termini Imerese nei meravigliosi anni ’60: la transizione e la prima rinascita, Cefalunews, 11 febbraio.

(3) Giuseppe Longo 2023, I “Nanni” del Carnevale di Termini Imerese e di Trapani negli anni Cinquanta, Cefalunews, 1 febbraio.

(4) Giuseppe Longo 2023, I proclami dei Carnevali di Firenze e Termini Imerese: Giuseppe Patiri e la Toscana, Giornale del Mediterraneo, 4 dicembre.

(5) Giuseppe Longo 2024, Termini Imerese, “U’ ponti da lavata râ lana” per antonomasia ed i nostalgici Nanni di Carnevale di un tempo, Giornale del Mediterraneo, 18 luglio.

(6) Giuseppe Longo 2019, Riflessioni sulla festa carnascialesca di Termini Imerese l’erede indiscussa dell’antico Carnevale di Palermo, Cefalunews, 4 febbraio.

Bibliografia e sitografia:

Enrico Onufrio,La Conca d’Oro. Guida pratica di Palermo, Fratelli Treves Editori 1882.

Giuseppe Pitrè, Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano, Volume primo, 1889.

Calogero Di Mino e Giuseppe Cocchiara, Ove il cedro fiorisce, Edizioni Remo Sandron, 298 p. 1925.

Arturo Lancellotti,Feste tradizionali, Società Editrice Libraria, 1951.

Luigi Ricotta, Aspetti del folklore di Termini Imerese, Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Lettere, Relatore prof. Giuseppe Cocchiara, A.A. 1956-57, Tesi di Laurea inedita, 268 p.

Ignazio Bisesi,Termini nostra, Faso & Trumbadore Editori, 156 p. 1980.

Giuseppe Longo 2012, Giuseppe Navarra e il Carnevale di Termini Imerese, Cefalunews, 20 settembre.

Giuseppe Longo 2016, I “Nanni” dei carnevali di Palermo e Termini Imerese, Cefalunews, 5 febbraio.

Giuseppe Longo 2023, Carnevale Termitano anni ’60. Il carro “Matrimonio impossibile”, succedaneo di quello Viareggino “Le nozze con i fichi secchi”, Cefalunews, 15 febbraio.

Giuseppe Longo 2024, Termini Imerese, “U’ ponti da lavata râ lana” per antonomasia ed i nostalgici Nanni di Carnevale di un tempo, Giornale del Mediterraneo, 18 luglio.

Video: Carnevale di Viareggio 1962 - 1a categoria - Di Questo Passo di Silvano Avanzini https://youtu.be/DpBUnPrD9cg

Foto:https://wikicarnevaleviareggio.it/constructions/1962/avanzini/di-questo-passo

https://carnevaledipalermo.blogspot.com/2024/08/ 

Foto di copertina: 

da sinistra, Carnevale di Viareggio 1962. Il carro dal titolo: “Di questo passo” di Silvano Avanzini.

Carnevale di Termini Imerese, sfilata del carro con Marilyn Monroe del 1963. 

Carnevale di Termini Imerese, sfilata del carro con Marilyn Monroe del 1966.

Giuseppe Longo

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sabato 10 agosto 2024

Il Carnevale di Termini Imerese negli anni Ottanta e gli aneliti di pace internazionale

Giornale del Mediterraneo, 10 agosto 2024

Analogamente agli anni ’70, anche per una buona parte degli anni ’80 del XX secolo, i carri carnascialeschi di Termini Imerese, in provincia di Palermo, furono realizzati all’interno della spartana autorimessa comunale, sita nell’ex Caserma La Masa. In questo laboratorio estemporaneo venivano generalmente realizzati e allestiti, circa 7 carri. I costruttori solitamente intraprendevano il lavoro della cartapesta verso il mese di dicembre. E in tale decennio le maestranze termitane, idearono e svilupparono, tematiche e soggetti di natura tipicamente politica: sia locale, nazionale ed anche internazionale. A questi temi si aggiunsero pure contenuti, tratti dai classici cartoon di Walt Disney.

Per la sfilata cittadina, l’itinerario rimase invariato come per gli anni Settanta (1). Solamente con l’eccezione che a Termini Bassa la partenza dei carri carnascialeschi avvenne, anziché dall’antistante stazione ferroviaria, dal piazzale dell’Ufficio Postale (oggi piazza della Vittoria). Inoltre, rimase sempre immutata la variante per il secondo giro (2). Mentre, la sfilata che si svolse agli inizi di tale decennio nella parte alta della città, subì un’altra modificazione che durò circa un biennio. Infatti, i carri si concentrarono nei pressi delle attuali case popolari (oggi via Don Luigi Sturzo) e da lì salirono da via Bevuto, attraversarono la Piazzetta Gorizia, la via Isonzo, e si radunarono in Piazza S. Antonio. Dopodiché, all’orario previsto, i carri mascherati, partiti dalla detta piazza, proseguirono e affrontarono l’itinerario tradizionale, ossia: via Vittorio Amedeo, Piazza Umberto I, via Mazzini, Piazza Duomo, via Belvedere Principe di Piemonte, via Garibaldi e via Inguaggiato. Indi, proseguirono nuovamente in direzione di Piazza Umberto I, e andarono avanti per via Mazzini e così via; percorrendo il circuito in modo da rieseguire nuovamente il tragitto. Ci preme sottolineare che per alcuni anni, i carri anziché svoltare per la via Garibaldi avanzarono verso il Belvedere, spingendosi per la via Circonvallazione Castello, discendendo poi dalla via Castellana, in modo da riallacciarsi al circuito “classico”.

Noi vogliamo ringraziare il già costruttore di carri allegorici, Giuseppe Aglieri Rinella, il quale, oltre ad averci fornito le informazioni circa questo decennale carnevale terminese; ci ha ragguagliato ulteriormente in merito alla partecipazione del suo team collaborativo alla manifestazione carnascialesca agli inizi di questo bilustro. Infatti, in quel torno di tempo fu realizzato il carro allegorico dal titolo: “Velocemente verso la pace”. Una satira rivolta ai leader del mondo: Khomeyni, Brežnev, Reagan e Giscard d'Estaing. In realtà, i compianti personaggi politici erano seduti su una tartaruga. Evidentemente, una chiara allusione al rettile che nell'immaginario collettivo è sinonimo di lentezza. I costruttori che crearono il suddetto carro furono: Giuseppe e Vincenzo Aglieri Rinella, Giuseppe Battaglia, Agostino Cusimano, Santo Di Novo, e Giuseppe Di Lisi.

L’assegnazione dei premi ai vincitori ricalcò quella degli anni Settanta. In realtà questa formula di premiazione era iniziata negli anni Cinquanta e interrotta solamente negli anni Sessanta del XX secolo.

Note:

(1) Giuseppe Longo 2023, Carnevale di Termini Imerese anni Settanta: verso il primo rinnovamento, Cefalunews, 19 febbraio.

(2) Giuseppe Longo 2023, I “Nanni” del Carnevale di Termini Imerese e di Trapani negli anni Cinquanta, Cefalunews, 1 febbraio.

Bibliografia e sitografia:

Luigi Ricotta, Aspetti del folklore di Termini Imerese, Università degli Studi di Palermo, Facoltà di Lettere, Relatore prof. Giuseppe Cocchiara, A.A. 1956-57, Tesi di Laurea inedita, 268 p.

Paolo Toschi, Invito al folklore italiano, Studium, 402 p. 1963.

G. Giacomazzi & G. Corrieri, Termini Imerese Collana Paesi di Sicilia, IBIS, 78 p. 1965.

Giuseppe Longo 2023, Il Carnevale di Termini Imerese nei meravigliosi anni ’60: la transizione e la prima rinascita, Cefalunews, 11 febbraio.

Giuseppe Longo 2023, I proclami dei Carnevali di Firenze e Termini Imerese: Giuseppe Patiri e la Toscana, Cefalunews, 4 dicembre.

Giuseppe Longo 2024, Termini Imerese, “U’ ponti da lavata râ lana” per antonomasia ed i nostalgici Nanni di Carnevale di un tempo, Cefalunews, 18 luglio.

Foto di copertina: 1989, Carro allegorico dal titolo: “La fregata” realizzato da Nino Quattrocchi e il suo gruppo.

Si ringrazia Antonino Surdi Chiappone per l’ottimizzazione dell’immagine.

Giuseppe Longo

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La nascita del Blog sul Carnevale di Termini Imerese

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